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Il caso

Il Pronto Soccorso perde 15 lavoratori, cresce l'emergenza

Scade il contratto degli operatori socio-sanitari. La nota sindacale: passi indietro nell'assistenza al Goretti

Il Pronto Soccorso perde 15 lavoratori, cresce l'emergenza

Dal primo febbraio la dotazione organica degli Operatori Socio Sanitari (O.S.S.), già carente (all'appello mancano tante unità in tutta l'azienda sanitaria pontina tra i vari ospedali è il resto del territorio in ambito di assistenza) subirà un'ulteriore perdita di 15 "operatori esperti", tutti in servizio al Pronto Soccorso dell'ospedale Goretti. Tradotto in soldoni: tra tre giorni il Dipartimento di emergenza e accettazione (Dea) verrà privato di operatori a causa della scadenza del contratto (si tratta di un appalto, e non è previsto il rinnovo).
In poche parole il Ps, già sotto pressione e carente di personale, verrà ulteriormente indebolito.


Sulla questione è intervenuto il segretario provinciale della Cisl-Fp di Latina: «Ad un anno preciso dall'incontro avuto con i vertici aziendali (febbraio 2023) in cui venne condivisa la necessità di potenziare proprio il Pronto Soccorso di Latina con 15 Operatori Socio Sanitari al fine di sopperire alla sproporzione tra la domanda sanitaria (numero di pazienti in attesa e in carico) e le risorse professionali - ha sottolineato Emiliano Milani - Il Ps del capoluogo rischia di fare passi indietro, nonostante si continui a parlare della necessità di aumentare il personale. L'operatore socio-sanitario è una figura fondamentale nell'equipe visto che si occupa dell'assistenza di base ed è determinante per l'umanizzazione delle cure.

Proprio per le problematiche inerenti alla carenza di personale nei Pronto Soccorso di tutta l'azienda già dal primo gennaio era stato richiesto un incontro urgente al fine di risolvere le criticità. Un'ulteriore nota, a tal proposito, è stata inoltrata il 25 gennaio, ed era imperniata sulla questione della dotazione organica del personale e degli andamenti assunzionali. Si parla di una condizione aggravata da ulteriori uscite di personale, diretto verso altre aziende o andato in pensionamento. Senza dimenticare il tema delle stabilizzazioni: mentre altrove vengono effettuate (per esempio nella Asl di Frosinone), qui da noi non avviene lo stesso».

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