Il caso
13.02.2024 - 08:30
Il settore edile sta vivendo una nuova, ulteriore, situazione di stallo a causa di una paralisi dell'attività autorizzativa da parte del Comune. Una ventina di pratiche infatti sono ferme, tra le quali anche cinque permessi a costruire, tutte già elaborate dagli uffici tecnici, ma bloccate sulla scrivania del dirigente Paolo Cestra che da tempo non sta concludendo la definizione dei procedimenti: insomma, non sta firmando. Un comportamento che gli addetti ai lavori non riescono proprio a giustificare, visto che oltretutto questa situazione si aggiunge alla paralisi della pianificazione urbanistica che ha già limitato fortemente una fetta consistente dell'economia locale.
La questione delle firme procrastinate non è una novità, anzi è un problema che si è vissuto periodicamente in Comune con l'avvicendarsi dei diversi dirigenti, in una visione eterogenea dell'analisi delle pratiche. Ma c'è anche da dire che gli uffici dell'edilizia privata si sono lasciati alle spalle anche periodi peggiori, quando le scrivanie di alcuni tecnici istruttori erano sommersi dai faldoni, la cui gestione era inevitabilmente rallentata. Ora si sta vivendo la situazione contraria: i tecnici riescono ad asseverare le pratiche in tempi ragionevoli, ma l'iter si paralizza quando arriva il momento della firma da parte del dirigente.
Tra le pratiche ferme c'è di tutto, non solo interventi di edilizia privata residenziale, ma anche progetti inerenti attività produttive, sia commerciali che agricole. Come dire, non c'è solo un comparto col fiato sospeso: da un lato cittadini e imprenditori che attendono di poter realizzare i manufatti, dall'altro lato c'è tutta l'imprenditoria legata al mondo edile, dai costruttori agli artigiani che realizzano gli impianti, fino ad arrivare ai fornitori dei materiali da costruzione. Ed è proprio dal mondo del lavoro che arrivano le preoccupazioni maggiori, visto che l'incapacità del Comune di rilanciare la pianificazione urbanistica ha già comportato lo stallo del settore da troppi anni. Una crisi mitigata solo dai cantieri avviati grazie ai bonus facciate, che oltretutto hanno comportato l'impennata dei costi di costruzione, innescando un vortice che rischia comunque in maniera concreta di provocare ripercussioni sugli addetti ai lavori.
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