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Il fatto

Suicidio in carcere, eseguita l'autopsia: tra 90 giorni i risultati dell'esame

L'uomo era detenuto per maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale nei confronti della coniuge. A fare la scoperta un compagno di cella

Suicidio in carcere, eseguita l'autopsia: tra 90 giorni  i risultati dell'esame

E' stata eseguita nei giorni scorsi dal medico legale l'autopsia sul corpo dell'uomo di 36 anni di origine indiana che si è tolto la vita nel carcere di Latina. Una volta terminato l'esame, disposto dal pubblico ministero Andrea D'Angeli, titolare del fascicolo, il medico legale si è preso novanta giorni di tempo per depositare le conclusione dell'elaborato peritale che servirà per fare definitiva chiarezza. Il cittadino indiano che viveva in Italia con regolare permesso di soggiorno, proprio oggi davanti al giudice per l'udienza preliminare Giuseppe Molfese, sarebbe stato processato per il reato di maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale. Si è tolto la vita in una cella del casa circondariale di via Aspromonte dove si trovava ristretto e si è annodato un lenzuolo a quanto pare attorno al collo. La tragedia si è consumata in pochissimo tempo. A quanto pare l'uomo nel corso della notte si è impiccato togliendosi la vita, a fare la scoperta è stato un compagno di cella che ha dato l'allarme e sono immediatamente intervenuti gli agenti della Polizia penitenziaria. Il dramma aveva scosso tutti.

Il cittadino indiano, difeso nel procedimento dagli avvocati Luca Giudetti e Stefano Iucci, era stato sottoposto ad una misura restrittiva che lo aveva portato in carcere. In base a quanto ipotizzato aveva maltrattato la compagna da cui pretendeva un figlio maschio. Una ricostruzione offerta anche nel corso di un incidente probatorio che si era svolto in Tribunale e nel corso del quale era stata offerta da parte della donna la sua versione dei fatti in merito alle condotte dell'uomo. Nei giorni scorsi la Camera Penale Giorgio Zeppieri, aveva ricordato il detenuto con un minuto di raccoglimento in occasione dell'inizio di tutte le udienze penali in Tribunale. «Come manifestazione di cordoglio per la giovane vita interrotta». Come è emerso anche dalle statistiche, il carcere di Latina è uno tra i più affollati della Regione Lazio. A quanto pare l'uomo non accettava di non avere un figlio maschio. Una circostanza che era emersa nel corso della deposizione davanti al magistrato Pierpaolo Bortone. La donna aveva deciso di denunciare i fatti contestati chiedendo alla Procura l'esercizio dell'azione penale. La tragedia che si era consumata nella casa circondariale aveva scosso tutti e inoltre aveva riproposto nuovamente il delicato tema del sovraffollamento nella struttura di via Aspromonte.
Tra novanta giorni quando si conosceranno i risultati sarà tutto più chiaro.

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