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Alba Pontina, assoluzione in Appello per Fusco

La sua intromissione per difendere un amico ristoratore dalle ritorsioni dei Di Silvio non fu favoreggiamento: il fatto non sussiste

Alba Pontina, assoluzione in Appello per Fusco

Non fu una soffiata la sua telefonata ad Agostino Riccardo - allora affiliato del clan di Armando "Lallà" Di Silvio, poi diventato collaboratore di giustizia - per convincerlo a non presentarsi all'appuntamento con la vittima di un'estorsione per farsi consegnare i soldi: dopo quasi otto anni, la Corte d'Appello di Roma ha posto la parola fine al travaglio giudiziario di Antonio Fusco detto Marcello. La sentenza di secondo grado ha ribaltato infatti il verdetto del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Roma del luglio 2021, assolvendo l'imprenditore latinense di 63 anni con formula piena, perché il fatto non sussiste.


A darne notizia sono stati gli avvocati Luca Giudetti e Stefano Iucci, legali di fiducia di Fusco, finito nell'inchiesta Alba Pontina della Dda di Roma per essersi offerto di difendere, dai Di Silvio, la vittima di una ritorsione, un ristoratore suo amico. La parte offesa aveva chiesto l'intercessione dell'imprenditore, titolare di un'azienda di logistica, avendolo visto salutare, in un bar che frequentavano, alcune delle persone che gli avevano chiesto denaro. L'unica colpa di "Marcello" era stato il coraggio nell'affrontare i Di Silvio e i loro affiliati, ossia Renato Pugliese e Agostino Riccardo che poi sono passati dalla parte della Giustizia, e all'epoca dei fatti avevano imbastito la storia sulla quale era basata la richiesta estorsiva, del tutto inventata, come si è scoperto solo dopo nella fase processuale.


Quando nel 2016 il ristoratore aveva chiesto aiuto a Fusco, la vittima aveva già consegnato duemila euro ai Di Silvio e si ritrovava a fronteggiare una nuova richiesta di soldi. Dopo un incontro in un bar, l'imprenditore aveva parlato al telefono con Agostino Riccardo e lo aveva esortato a non presentarsi all'incontro fissato con la parte offesa per la consegna della seconda trance di denaro: secondo gli inquirenti era un caso di favoreggiamento personale, perché prima di quell'incontro la parte offesa aveva formalizzato la denuncia e gli investigatori della Squadra Mobile erano pronti a intervenire per arrestare gli estorsori dopo la consegna dei contanti.

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