Il caso
03.03.2024 - 22:34
Una vera e propria attività di accesso illecito alle banche dati e presunto dossieraggio su diversi personaggi politici e non. Sono i reati su cui indaga la procura di Perugia e che vede nel mirino il luogotenente della Finanza Pasquale Striano, fino a qualche mese fa in servizio alla Direzione nazionale antimafia. Uno scandalo emerso in questi giorni e che ha visto, tra le vittime, anche il sottosegretario al lavoro Claudio Durigon e l'eurodeputato Matteo Adinolfi, esponenti pontini della Lega. A quanto pare Striano stava spiando anche lui oltre ad altri politici come Matteo Renzi, Marta Fascina, Fabio Rampelli, Giuseppe Conte, Giovanbattista Fazzolari, solo per citarne alcuni.
Striano Striano è accusato di aver effettuato centinaia di accessi abusivi agli archivi, in assenza di un qualsiasi input investigativo. Si tratta, però, di una goccia nel mare: nel lunghissimo capo di imputazione, infatti, vengono contestati a Striano circa 800 episodi di intrusione illecita su un totale di 5.000 accessi a database statali da lui fatti dal 2018 fino a qualche mese fa quando era all'antimafia. Striano era in forza al reparto Segnalazioni di operazione sospette (Sos) provenienti dalle banche e dagli istituti finanziari. Alcune delle operazioni che gli vengono contestate sarebbero state effettuate all'interno di indagini su cui aveva avuto mandato. Ma la gran parte sarebbero del tutto illegittime.
La procura di Perugia, guidata dal magistrato Raffaele Cantone, ha iscritto tra gli indagati anche un pubblico ministero, Antonio Laudati che attraverso il proprio legale sostiene di essere «totalmente estraneo alle accuse».
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