Cerca

Cronaca

Infermiere pusher in carcere

Arrestato un uomo che prestava servizio nel reparto medico del carcere: sorpreso a consegnare cocaina e hascisc, in auto micro cellulari e a casa 40mila euro in contanti

Infermiere pusher in carcere

Prima i decoder, i pezzotti, la playstation, oggi la cocaina. Gli agenti della Polizia Penitenziaria in servizio presso il carcere di Velletri, da tempo cercavano di identificare il o i responsabili dell'introduzione nella casa circondariale di sostanze vietate.
L'altra mattina hanno quindi osservato i movimenti di un infermiere in servizio nell'istituto che è stato sorpreso a consegnare ad un detenuto circa 300 grammi di cocaina e più di 400 grammi di hascisc.
La perquisizione è stata anche estesa alla sua vettura all'interno della quale sono stati rinvenuti e sequestrati anche diversi microtelefoni completi di sim e caricabatterie.
Quella portata alla luce dagli agenti, che ha ricevuto il plauso sia del coordinatore regionale della Fp Cgil Polizia Penitenziaria Ciro Di Domenico, che di Daniele Nicastrini Segretario regionale USPP Lazio, sarebbe un giro di droga e cellulari da decine e decine di migliaia di euro. Sono infatti 40mila gli euro trovati in contanti presso l'abitazione dell'arrestato.
Dieci giorni fa - ricorda Nicastri - una delegazione del sindacato si era recata a visita nei luoghi di lavoro del penitenziario, evidenziando la gravissima carenza di personale di circa 80 unità e un sovraffollamento di 630 detenuti rispetto ai 400 posti disponibili con la presenza di molti detenuti con problemi psichiatrici ubicati nel reparto dedicato unico presente nella regione Lazio.
«In queste condizioni lavorative, bisogna congratularsi con il Personale di Polizia Penitenziaria che continua comunque a svolgere un importante argine contro chi tenta di svolgere attività illegali pensando di farla franca».
Proprio la presenza massiccia di oggetti proibiti aveva spinto gli agenti ad intensificare i controlli, oggettivamente insufficienti, su quanti avessero la possibilità di consegnare la droga e soprattutto i telefonini, così piccoli da poter essere nascosti ovunque. Nella rete è quindi finito l'infermiere che ora dovrà risponderne davanti all'autorità giudiziaria.

Edizione digitale

Sfoglia il giornale

Acquista l'edizione