Il caso
22.03.2024 - 09:38
Romina De Cesare era stanca di quella relazione che, dopo 12 anni, era arrivata al capolinea. E la notte del 2 maggio del 2022 doveva essere l'ultima in via del Plebiscito, prima di tornarsene a casa, in Molise. Suo padre l'aspettava alla stazione di Isernia la mattina del 3. Ma Romina in Molise non è più tornata, uccisa, nella notte tra il 2 e il 3 maggio di due anni fa, con quattordici coltellate.
Ieri, la Corte d'assise di Frosinone ha condannato l'ex fidanzato, Pietro Ialongo, di Cerro al Volturno, lo stesso paese di Romina, a 24 anni per omicidio volontario aggravato dallo stalking, dal rapporto di convivenza e dalla relazione affettiva. La Corte presieduta dal giudice Francesca Proietti (a latere l'altro togato Chiara Doglietto) ha inflitto a Ialongo un anno in più rispetto alla richiesta del pubblico ministero Vittorio Misiti, che ha considerato equivalenti le circostanze aggravanti alle attenuanti, l'incensuratezza e la confessione. Disposta una provvisionale immediatamente esecutiva di 100.000 euro in favore del padre di Romina e di 70.000 per il fratello.
La requisitoria
La mattinata si era aperta proprio con la requisitoria della pubblica accusa che ha ripercorso i punti salienti del fatto e delle indagini condotte dalla squadra mobile di Frosinone. Il pm ha ricordato che «la vittima da qualche mese aveva una nuova frequentazione» con un uomo di Alatri, il primo a lanciare l'allarme perché non riusciva a mettersi in contatto con lei. Contemporaneamente nella zona di Torre Paola, a Sabaudia, veniva trovato dai carabinieri Ialongo che vagava nudo sul lungomare in stato confusionale.
«In sede di interrogatorio - ha insistito il pm - Ialongo rendeva ampia e lucida confessione. Riferiva di aver avuto una colluttazione con la ragazza, prima attinta al collo e poi, dopo averla buttata a terra, colpita all'addome con un coltello a serramanico».
Un passaggio ha riguardato anche la videosorveglianza, tema di stretta attualità in questi giorni, dopo l'omicidio di via Aldo Moro del 9 marzo. Misiti ha citato le immagini di una telecamera posta nelle vicinanze dell'abitazione occupata dai due giovani. «Alle 0.27 si nota a piedi la vittima in direzione dell'abitazione - ha sottolineato il pm - Otto minuti dopo si scorge la presenza di Ialongo in direzione opposta. Alle 0.38 l'auto, un'Audi A4, si allontana verso corso della Repubblica. Questo è l'ambito temporale del delitto». Ialongo è immortalato l'ultima volta a Frosinone alle 2.55 mentre fa rifornimento di benzina.
Sulle cause della morte, la procura, in base all'autopsia, ha fatto riferimento a 14 lesioni, per la gran parte sul lato destro del corpo di Romina, alcune conseguenza del tentativo della ragazza, che aveva 36 anni, di difendersi dall'aggressione. La ferita mortale è quella al torace. Ma Romina non è morta subito.
Un accenno all'incidente probatorio: trovate nel lavandino della casa di via del Plebiscito e sotto l'unghia della vittima profili genetici misti, compatibili con la vittima e l'imputato. Quanto ai testi, nessuno ha assistito all'aggressione. Tuttavia, una cinese da un appartamento posto al piano superiore, aveva riferito di aver ascoltato «il rumore di una caduta e urla femminili di aiuto». Due audio di 28 e 20 secondi saranno acquisiti come prova.
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