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Il fatto

Omicidio nel vivaio, contestata l'aggravante della premeditazione

Chiesto il giudizio immediato per Di Girolamo. Processo in Corte d'Assise il 4 giugno

Omicidio nel vivaio, contestata l'aggravante della premeditazione

La Procura di Latina ha chiesto il giudizio immediato e ha contestato l'aggravante della premeditazione nei confronti di Riccardo Di Girolamo, l'operaio di 35 anni di Pontinia, accusato di aver ucciso a colpi di fucile Marco Gianni, 31 anni, allenatore di pallamano, imprenditore agricolo.

Era il nuovo compagno della sua ex moglie. L'accusa è quella di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione. Sono state alterate le armi da fuoco tra cui il fucile. I fatti contestati dalla Procura erano avvenuti quasi un anno fa: il 13 aprile del 2023 a Sabaudia in via del Villaggio e le indagini erano state coordinate dal pm Daria Monsurrò e condotte dai Carabinieri del Comando Provinciale di Latina che nel giro di poco tempo avevano chiuso il cerchio arrestando il presunto responsabile.

La Procura ha esercitato l'azione penale e ha chiesto il giudizio immediato, l'udienza è stata fissata per il prossimo 4 giugno davanti ai giudici della Corte d'Assise di Latina. Erano stati i giudici del Tribunale del Riesame di Roma lo scorso maggio a mantenere inalterate le esigenze cautelari e l'impianto accusatorio escludendo l'aggravante della premeditazione.
I giudici avevano lasciato l'uomo in carcere e i magistrati romani - sottolineando l'incapacità di contenere i propri impulsi - avevano ritenuto quella del carcere la misura cautelare più adeguata per le gravissime condotte contestate. Il pubblico ministero titolare dell'inchiesta, sulla scorta delle risultanze investigative, ha contestato la premeditazione. Di Girolamo aveva maturato un forte rancore nei confronti dell'uomo e si voleva vendicare, è questa la ricostruzione raccolta dagli inquirenti

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