Giudiziaria
29.03.2024 - 13:00
Il processo che vede i due medici imputati per aver restituito all'inizio del 2018 la pistola di ordinanza al Carabiniere Luigi Capasso, con la quale la mattina del 28 febbraio dello stesso anno ha gravemente ferito la moglie Antonietta Gargiulo e ucciso le due figlie Alessia e Martina prima di togliersi la vita dopo ore di trattative con i militari che avevano circondato il suo appartamento a Collina dei Pini, è ripartito ieri quasi da zero. Una seduta "tecnica", dedicata a questioni preliminari.
Il dottor Quintilio Facchini, medico di famiglia, e la dottoressa Chiara Verdone, medico militare, devono rispondere dell'accusa di omicidio colposo per aver firmato quel nulla osta, nonostante le precedenti segnalazioni e il ritiro dell'arma stessa avvenuto a fine 2017. Davanti al nuovo giudice monocratico Enrica Villani, la difesa degli imputati - rappresentata dagli avvocati Orlando Mariani, Luciano Lazzari e Carlo Arnulfo - ha presentato una serie di eccezioni riguardanti l'incompetenza territoriale del Tribunale di Latina (dato che la pistola era stata restituita a Velletri) e la richiesta di citazione dei Ministeri dell'Interno e della Difesa, nonché delle compagnie assicurative. Tale richiesta è stata contestata dal pubblico ministero Daria Monsurrò, mentre la Asl di Latina, difesa dall'avvocato Giovanna Pierro, è stata citata come responsabile civile nel processo. Al termine della camera di consiglio, il giudice ha respinto le richieste della difesa e ha fissato l'udienza al prossimo 2 maggio per la fase istruttoria, con l'ascolto di tre Carabinieri. In realtà i militari erano già stati sentiti lo scorso 21 novembre, ma a causa di problemi tecnici legati alla registrazione audio-video dovranno essere riascoltati. La legge Cartabia infatti prevede che, in assenza di consenso da parte di accusa, difesa e parti civili, le testimonianze debbano essere ripetute. Uno degli avvocati della parte civile aveva infatti contestato la validità delle testimonianze precedentemente registrate, rendendo necessaria la ripetizione di tali deposizioni. Non verrà invece ascoltata di nuovo l'unica superstite di quella strage, Antonietta Gargiulo.
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