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Operazione Jars

Il pusher conteso a colpi di pistola nascondeva droga e soldi

Durante le perquisizioni i Carabinieri trovano 200.000 euro in contanti e mezzo chilo tra hascisc e cocaina in casa di Alberto Di Vito

Il pusher conteso a colpi di pistola nascondeva droga e soldi

L'ultima importante prova che rafforza una volta per tutte il quadro indiziario raccolto dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma sui traffici illeciti del sodalizio criminale emergente a Fondi, è arrivata mercoledì mattina, quando i Carabinieri del comando provinciale di Latina hanno dato esecuzione all'ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per l'indagine preliminare del Tribunale capitolino a carico di tredici indagati. Nel corso dell'Operazione Jars infatti i militari del colonnello Christian Angelillo hanno perquisito le abitazioni di tutti gli arrestati, scovando una scorta notevole di droga e soprattutto denaro contante, un vero e proprio tesoro, in casa di uno dei protagonisti dell'inchiesta, il pusher 27enne Alberto Di Vito conteso dalle due bande in guerra, tanto da scatenare una sparatoria in strada quattro anni fa, una strage sfiorata.

Il blitz dell'Arma era scattato prima dell'alba di mercoledì mattina, quando gli stessi Carabinieri del Nucleo Investigativo diretti dal tenente colonnello Antonio De Lise, che avevano svolto le indagini, hanno coordinato arresti e perquisizioni col supporto dei colleghi della Compagnia di Terracina e il supporto delle unità cinofile addestrate per la ricerca di sostanze stupefacenti ed esplosivi. Proprio nell'abitazione di Alberto Di Vito, originario di Napoli, ma fondano a tutti gli effetti, i Carabinieri hanno trovato la conferma dei traffici ricostruiti durante l'inchiesta coordinata dal sostituto procuratore Luigia Spinelli, ma soprattutto del suo ruolo al servizio delle bande. Basti pensare che in casa sua i segugi hanno fiutato nei posti giusti, scovando una serie di nascondigli dove l'indagato teneva nascosti 400 grammi di panetti di hascisc e altri trenta grammi di cocaina. Contestualmente gli sono stati trovati anche 200.000 euro in denaro contante, suddivisi in rotoli all'interno di buste di cellophane. Una situazione inequivocabile, che ha fatto scattare per lui l'arresto in flagranza e il trasferimento dietro le sbarre della Casa Circondariale di via Aspromonte a Latina, sebbene il 27enne fosse destinatario della misura cautelare degli arresti domiciliari. Ma intanto proseguono le indagini per risalire alla paternità di denaro e stupefacenti, ritenendo il giovane una "retta" al servizio di qualcuno dei suoi sodali.

Sempre alla luce delle perquisizioni è stata sequestrata un'ulteriore vettura, di lusso, allo stesso Andrea Pannone, ritenuto capo del sodalizio criminale insieme ad Alessio Ferri. A carico di Pannone, anche se formalmente intestati alla compagna, erano stati infatti sequestrati un camper, una costosa Maserati Gransport e una tabaccheria in via Gobetti, tutti ritenuti investimenti viziati dal riciclaggio dei proventi illeciti. Inoltre il giorno dell'arresto gli è stato trovato e ugualmente requisito un suv Alfa Romeo Stelvio intestato alla società del tabacchino, comunque in uso alla sua famiglia. Oltretutto, ritengono gli inquirenti alla luce dell'indagine dei Carabinieri, lo stesso Pannone avrebbe simulato l'assunzione presso uno stabilimento balneare con la compiacenza del titolare, dandogli i soldi in contanti necessari per il pagamento dei suoi stipendi, potendo così simulare una situazione patrimoniale tale da giustificare il suo stile di vita, nel vano tentativo di mascherare i suoi interessi criminali.

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