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Il caso

Dodicenne minacciato dall'amante della mamma

Il bambino lasciato solo a casa nei fine settimana e quando si è confidato ha ricevuto messaggi terribili dall’uomo: «Ti gonfio di botte»

Si costituiscono parte civile per Gilberta Il tribunale di Cassino le rifiuta

C’è una storia (un’altra, l’ennesima) che parla di bambini di Formia, ragazzini di cui dovrebbe occuparsi il servizio pubblico di assistenza sociale. E invece non lo fa, al punto che per raccontarla bisogna seguire quel che di orribile è scritto in un atto giudiziario. Il protagonista, anzi la vittima, di questa bruttissima storia lo chiameremo Mario anche se il suo vero nome è un altro. Il 16 ottobre 2024 l’ultimo amante della mamma comparirà davanti al Gup del Tribunale di Cassino per rispondere del reato di minacce.

Fino a ottobre 2023 Mario viveva, di fatto, abbandonato a se stesso nei fine settimana perché la madre si assentava dalla casa di Formia per raggiungere a Sessa Aurunca l’uomo col quale aveva una relazione, portando con sé le altre due figlie minori di 8 e 10 anni e raccomandando a Mario di cucinare e mangiare, senza dire a nessuno, nemmeno ai parenti che, appunto, era in casa da solo, altrimenti gli avrebbe sospeso la paghetta settimanale. Il bambino però quel segreto lo ha violato e si è lasciato sfuggire le assenze della mamma con qualche compagno di classe; anche a scuola avevano capito che le cose non andavano bene nella famiglia di Mario, perché aveva i pidocchi ed appariva denutrito, sporco, spesso distratto.

A questo punto inizia la sequenza di fatti che sono oggetto del procedimento penale per minacce a carico di Daniele I., 47 anni, l’uomo che al momento dei fatti contestati aveva una relazione con la mamma di Mario e che quando ha saputo delle soffiate, gli ha scritto questi messaggi: «Sei un handicappato... se scrivi un altro messaggio io vengo lì e ti gonfio a te, le tue zie e tuo nonno pure se è vecchio, tuo padre è un ubriacone e nessuno ti ha dato l’educazione, nemmeno tuo nonno, dove ti vedo ti gonfio di botte, anche davanti alla tua scuola».

Il sostituto procuratore Alfredo Mattei sulla base dei messaggi telefonici prodotti dal minore, assistito dal padre, e rappresentato dall’avvocato Francesco Ferrraro, ritiene che le minacce così gravi siano un’aggravante. La vicenda dovrà adesso essere valutata in sede giudiziaria. Ma sullo sfondo resta un terribile vuoto nell’assistenza pubblica di Mario, delle sue sorelline e di una famiglia lasciata in penombra, quasi come non esistesse. Se non fosse stato per quei messaggi nessuno l’avrebbe vista.

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