Le tappe
14.05.2024 - 07:30
Con una sentenza pubblicata in questi giorni la Corte di Cassazione ha messo la parola fine anche sulla confisca della villa di Sperlonga dell'avvocato Cipriano Chianese, oggi 73enne, definito l'inventore del sistema delle ecomafie per conto del clan dei casalesi. Secondo quest’ultimo verdetto chianese è un soggetto ancora 'pericoloso' e deve dire addio al 40% di una villa intestata a Filomena Menale. Sentenza definitiva dunque, in linea con quanto aveva deciso la Corte d’Appello di Napoli il 23 maggio dell’anno scorso e ora confermato in Cassazione all’esito del ricorso dei suoi difensori, gli avvocati Emilio Martino e Giuseppe Stellato.
I giudici della Cassazione hanno ritenuto corretto il provvedimento dei togati partenopei basato sulla sentenza, diventata irrevocabile nel 2021, in cui l’avvocato viene descritto come un appartenente al clan dei casalesi.
E in relazione alla casa, che si trova a Sperlonga, per la Cassazione è solo formalmente intestata alla Menale, la coniuge, anche lei 73enne, originaria di Teverola. Di fatto quella struttura è riconducibile a Chianese. La difesa aveva sostenuto che la villa era stata comprata nel 1982 in contanti dalla donna e che quest’ultima avrebbe avuto i redditi anche per affrontare le successive modifiche alla casa, tesi che, però, non ha convinto.
La Cassazione ha trattato la causa relativa alla misura di prevenzione a febbraio e solo la scorsa settimana ha pubblicato le sue motivazioni del no al ricorso presentato dagli avvocati. Chianese nel 2021 era stato condannato in via definitiva a 18 anni di reclusione per associazione mafiosa.
La villa di Sperlonga a questo punto passa nella disponibilità dell’Agenzia nazionale dei beni confiscati anche per la parte intestata alla coniuge di Chianese e, se il Comune o altri enti pubblici manifesteranno interesse, potrebbe diventare uno dei più importanti beni immobili destinati ad uso pubblico. Cipriano Chianese è stato un personaggio di assoluto rilievo nel sud pontino.
Suo un altro immobile confiscato, il complesso turistico Marina di Castellone a Formia, passato nel patrimonio del Comune di Formia a dicembre del 2022 ma ancora inutilizzato. Si chiude così una vicenda che ha animato venti anni di storia locale per i molteplici interessi economici e politici dell’avvocato nel comprensorio a sud del Lazio. Tuttavia si apre una parentesi non meno delicata circa l’uso finale e pubblico dei beni confiscati.
Il Comune di Sperlonga un anno e mezzo fa aveva chiesto e ottenuto l’uso di altri beni appartenuti a Chianese e inseriti nell’elenco delle confische definitive.
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