Vittima di una barbarie
09.07.2024 - 20:00
«Ho fiducia nella giustizia italiana». Sono le prime parole pronunciate dalla madre di Satnam Singh quando ha saputo dell’arresto di Antonello Lovato, finito in carcere e ritenuto il presunto responsabile del reato di omicidio volontario con il dolo eventuale. Il rappresentante della Comunità indiana del Lazio Gurmuk Singh ha chiamato nei giorni scorsi la donna che vive in India, per comunicare la notizia dell’arresto del datore di lavoro del figlio. E’ stata accolta con soddisfazione dalla madre di Satnam che insieme al marito e agli altri figli ha intenzione di arrivare in Italia per vedere i luoghi dove è morto il figlio.
Questa richiesta l’aveva annunciata nel corso di una telefonata con il rappresentante della comunità indiana del Lazio e in una intervista al Tg3. C’è da sottolineare che nei giorni scorsi dall’India è arrivata la sorella di Soni, la moglie di Satnam. La donna con cui il bracciante agricolo voleva creare una famiglia e con la quale condivideva la quotidianità attualmente si trova in una località protetta lontano dai riflettori. E’ ancora molto provata da quello che ha visto. E’ una delle testimoni anche lei dell’infortunio sul lavoro e della condotta di Lovato.
Da quando è scoppiato il caso, la città di Latina e la provincia sono finite al centro di una grandissima attenzione mediatica e non solo per contrastare il fenomeno del caporalato e dello sfruttamento del lavoro. Sono state tre le manifestazioni organizzate dai sindacati che si sono svolte a Latina con cortei di braccianti e lavoratori sia italiani che stranieri a cui hanno partecipato migliaia di persone. Sabato la città di Latina aveva ospitato la manifestazione nazionale della Cgil a cui aveva partecipato il segretario generale Maurizio Landini che aveva annunciato di voler presentare degli esposti in Procura contro il fenomeno del caporalato. Adesso la madre di Satnam insieme a tutta la famiglia vuole arrivare in Italia e sono in corso le pratiche per avere il visto.
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