Il fatto
14.07.2024 - 10:30
Ricorsi respinti dai giudici della Corte di Cassazione per due imputati Roberto Pietrocini e Giuseppe Peppe originari di Maenza e Fondi, accusati di aver violato il testo unico relativo alla materia dell’immigrazione. L’avvocato Massimo Basile che assiste gli imputati, aveva presentato il ricorso con delle memorie difensive. Erano 35 gli imputati del processo di primo grado che si era concluso nel marzo del 2022 a Latina. Le pene complessive per tutti ammontavano a cento anni. In Corte d’Appello a Roma nell’ottobre del 2023 si era concluso il processo e gli imputati erano stati assolti dall’accusa di aver fatto parte di un’associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Oltre alle assoluzioni, i giudici hanno rideterminato le pene ed erano rimaste alcune posizioni.
In Corte d’Appello le difese avevano ribadito una serie di elementi: gli imputati sono caduti in un trappola, si erano affidati a mediatori e ai Caf chiedendo pochi braccianti agricoli. In Corte di Cassazione si è svolto l’ultimo atto e per Pietrocini la pena è di 3 anni e due mesi e un milione di euro di multa mentre per Peppe è di tre anni e 990mila euro di multa. Le indagini erano state condotte dagli agenti della Questura di Latina e dai poliziotti del Commissariato di Fondi. Come riportato nelle motivazioni della Cassazione, Peppe ha fatto da intermediario tra alcuni imputati e il cittadino indiano Halder Uttam che ritirava i documenti e si occupava di individuare le aziende disponibili e di far avere i nulla osta agli stranieri assunti fittiziamente.
In base a quanto ricostruito i braccianti agricoli provenienti dall’India, dal Pakistan e dal Bangladesh entravano in Italia grazie a dei documenti falsi. Nel processo di primo grado il pm Valerio De Luca aveva ipotizzato per ogni immigrato che sarebbe entrato irregolarmente una multa di 25mila euro a ciascun imputato: è il motivo delle multe milionarie. Le indagini avevano interessato Monte San Biagio, Pontinia, Fondi, Terracina e Latina. I fatti sono avvenuti nel 2014, gli stranieri hanno pagato somme di denaro per arrivare in Italia per importi che variano da 5mila a 11mila euro.
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