Il caso
17.07.2024 - 16:00
Il racconto della studentessa è coerente e credibile. «L’imputato non si è limitato a cingere da dietro la ragazza, ma le ha imposto un bacio sulla bocca per poi interrompere la sua azione per la fuga della ragazza». E’ questo un passaggio delle motivazioni della sentenza di condanna nei confronti del bidello, accusato di violenza sessuale. L’uomo, un 67enne, era stato condannato lo scorso aprile dal Collegio Penale del Tribunale di Latina per violenza sessuale nei confronti di una studentessa di una scuola media del capoluogo pontino. L’imputato è difeso dagli avvocati Daniele Giordano e Matteo Restante. Lo scorso aprile era stato condannato anche all’interdizione perpetua dai pubblici uffici. I fatti risalgono al novembre del 2019 e la storia era venuta alla luce quando la parte offesa si era confidata con una persona di fiducia. In base alla ricostruzione emersa in aula e fatta propria dal Tribunale, l’imputato C.G., si era avvicinato all’adolescente in diverse occasioni e aveva palpeggiato la minore sul seno e nelle parti intime.
Il padre e la madre della studentessa avevano presentato una denuncia e la Procura di Latina aveva contestato l’aggravante della minore età.
Il collaboratore scolastico era stato arrestato a scuola (un altro istituto rispetto a quello in cui erano avvenuti i fatti), e in un secondo momento il Tribunale del Riesame lo aveva rimesso in libertà. «Ha subito la violenza in un contesto protetto e l’autore del reato è un collaboratore scolastico che doveva rappresentare una figura di cui la parte offesa doveva fidarsi - hanno aggiunto i magistrati - avendo una funzione e cioè quella di rendere un servizio nell’ambito degli obiettivi perseguiti dalla scuola e non certo per approfittare del proprio ruolo per usare violenza su una di loro».
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