Il fatto
13.08.2024 - 08:30
Entrambi, davanti al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina Giuseppe Molfese hanno respinto ogni addebito per l’accusa di aver organizzato, commissionando l’esecuzione a terzi non identificati, l’attentato contro il sindaco di Lenola, Fernando Magnafico, avvenuto il 19 settembre 2023 quando al primo cittadino venne bruciata l’auto. Vincenzo Zizzo, il commerciante accusato di aver ordinato l’attentato intimidatorio, e Pasquale Spirito, concorrente negli stessi reati contestati a Zizzo ma solo come fidato collaboratore, difesi entrambi dall’avvocato Giulio Matrobattista, hanno risposto soltanto per l’accusa dell’incendio dichiarandosi estranei al fatto mentre non hanno voluto dire nulla sulle accuse legate alla detenzione e allo spaccio di stupefacenti.
Nel frattempo, sulla vicenda, sono intervenuti dal Parco Naturale dei Monti Aurunci il commissario straordinario Fiorello Casale e il direttore Giorgio De Marchis per esprimere la loro piena solidarietà al sindaco Magnafico: «stimato presidente della comunità del Parco e figura di riferimento per la buona amministrazione e la tutela della legalità in un contesto sempre più complesso e delicato - si legge in una nota -. Condanniamo con fermezza l’odioso atto intimidatorio perpetrato ai suoi danni che rappresenta un attacco non solo alla sua persona, ma all’intera comunità di Lenola e ai valori di legalità e giustizia che essa difende. Il coraggio e la dedizione con cui il sindaco svolge il suo mandato sono un esempio per tutti noi, e il vile tentativo di condizionare la sua attività amministrativa non può che rafforzare il nostro impegno nella lotta contro ogni forma di criminalità e illegalità».
Poi arriva l’apprezzamento per l’operato delle forze dell’ordine, in particolare dei carabinieri della Compagnia di Terracina e della Stazione di Lenola, «che con indagini approfondite e scrupolose hanno tutelato la figura del sindaco e l’intera comunità lenolese. Grazie al loro impegno sono stati assicurati alla giustizia personaggi con spiccata capacità delinquenziale, che minacciavano la sicurezza e la serenità del nostro territorio. Esprimiamo la nostra più profonda vicinanza a Magnafico consapevoli che il suo operato, improntato a trasparenza e legalità, resta un baluardo contro le infiltrazioni criminali che minacciano il nostro territorio».
Per Casale e De Marchis è un dovere, per le istituzioni, continuare a sostenere e proteggere chi si batte ogni giorno per il bene della comunità. «Magnafico è un esempio di integrità e dedizione al servizio pubblico. La sua azione amministrativa, sempre attenta alla tutela del territorio e dei suoi cittadini, merita il massimo rispetto e sostegno. Nessuna minaccia potrà piegare la determinazione di chi lavora per il bene comune».
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