Il fatto
20.09.2024 - 16:30
Aveva detto di essere infermiere senza alcun titolo professionale. Mario Eutizia, qualche giorno prima di sparire nel marzo del 2018 aveva raccontato al figlio di un’ex insegnante di 76 anni di Latina, che aveva assistito e che poi era morta, che si sarebbe assentato per tre giorni: «Ho un corso professionale di aggiornamento a Campobasso. Sto fuori qualche giorno e torno». Non era così. A Latina doveva continuare a lavorare e ad assistere il marito della donna. E’ sparito.
C’è un risvolto singolare e importante nei fatti avvenuti nel 2018 nel capoluogo e che si ricollegano alle dichiarazioni auto accusatorie del badante. Dopo la morte in ospedale al Santa Maria Goretti della donna, Eutizia avrebbe cercato di convincere il figlio che il decesso sarebbe stato causato dalla negligenza dei medici.
Aveva suggerito di intraprendere un’azione giudiziaria chiedendo delle somme di denaro da versare ad un avvocato di cui aveva fornito nome e cognome in realtà all’oscuro di tutto. E come confermato dal figlio si era fatto dare soldi in contanti, (la parte offesa non ricorda l’importo) sia per i legali che per pagare un perito. Era necessario - secondo Eutizia - istruire una pratica all’Inps, in questo caso per accertare l’invalidità del marito della donna assistito anche lui. Il badante aveva ipotizzato una diagnosi relativa alle cause della morte dell’anziana, «avvenuta per un’ infezione e successivamente per la glicemia molto alta».
I fatti contestati risalgono tra il 2017 e il 2018. Eutizia chiama al telefono il figlio della donna che per motivi di lavoro vive all’estero per dirgli di arrivare il prima possibile perché la madre si è aggravata. La donna muore a gennaio 2018. E’ il badante a convincere il figlio a far cremare la 76enne: «Così il corpo non si deteriora». Due mesi dopo sparisce e con lui anche un’ingente somma di denaro dal conto corrente della donna e del marito.
Di lui restano i ricordi e quelle frasi che a distanza di anni il figlio dell’anziana assistita ricorda con grande amarezza e rabbia. Diceva: «Faccio questo lavoro per passione e mantengo mia figlia che lavora all’estero». Il badante dallo scorso 22 agosto è in carcere a Santa Maria Capua Vetere. Si è auto accusato di quattro omicidi di cui due a Latina. Tre corpi, tra cui quello dell’ex insegnante morta nel 2018, sono stati cremati. L’unica salma è stata riesumata in provincia di Salerno, è di un 96enne. Mario Eutizia è accusato di omicidio volontario aggravato. L’inchiesta, condotta dal pm Marco Giancristofaro e dai Carabinieri della Compagnia prosegue.
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