Cerca

Il punto

Travolto dal treno, prime verità sulla morte di Attilio

Si trovava sul binario dove è stato travolto perché stava trasportando materiale del cantiere sul camion della ditta

Travolto dal treno, prime verità sulla morte di Attilio

Venerdì mattina Attilio Franzini non avrebbe dovuto essere solo ad attraversare il binario su cui transitava l’intercity notte che lo ha investito ed ucciso.

Le verifiche della Polfer di Bologna stanno dando i primi risultati utili a capire la dinamica e le cause del terribile infortunio sul lavoro costato la vita all’operaio di Formia che da nove mesi era stato assunto dalla Salcef Group, una delle principali società appaltatrici dei lavori di Rete Ferroviaria Italiana.

La squadra di operai addetti alla manutenzione di quel tratto ferroviario aveva quasi ultimato il lavoro previsto nella notte tra giovedì e venerdì, si stavano smontando le apparecchiature e il materiale utilizzato per portarlo sui mezzi della ditta, che erano parcheggiati in una piazzuola situata oltre il binario attraversato da Attilio. Dunque lui stava portando del materiale sui camion e per questa ragione era fuori dall’area specifica del cantiere, come riportato dalle prime agenzie di stampa nella mattinata di venerdì. Quella operazione di trasporto dei materiali del cantiere però Attilio non avrebbe dovuto farla da solo, bensì sotto il controllo del responsabile della sicurezza, che era presente sul posto ma non nei pressi del binario, dove era necessario «scortare» il lavoratore in uscita. Di lì a poco, il cantiere sarebbe dovuto essere riconsegnato, cioè ci doveva essere una comunicazione di via libera per il passaggio degli altri treni. L’inchiesta della Procura di Bologna punta anche a stabilire se tutti i protocolli di sicurezza degli operai e relativa formazione siano stati applicati in questo caso. C’è poi un ulteriore aspetto che riguarda nello specifico il passaggio del treno intercity notte Roma-Trieste.

E’ stabilito che tutti capitreno (di tutte le compagnie autorizzate a transitare sulla rete di Rfi) debbano essere avvisati dei tratti in manutenzione, pertanto quando incontrano quei tratti sono tenuti a rallentare e a suonare. Non si sa se ciò è avvenuto a San Giorgio al Piano, lo si dovrà verificare con la visione della scatola nera del treno che verrà consegnata lunedì da Trenitalia alla Polfer. Il legale della famiglia Franzini, l’avvocato Giovanni Valerio, sta seguendo l’evolversi dell’indagine perché si arrivi a stabilire l’intera dinamica dell’accaduto. «Abbiamo piena fiducia nella magistratura circa l’accertamento di quanto avvenuto», si è limitato a dire ieri. In queste ore gli agenti della Polfer stanno sentendo i colleghi di lavoro di Attilio, principali testimoni della tragedia, mentre attorno alla vicenda monta la polemica sulla giungla dei diritti dei lavoratori e della sicurezza nella miriade di appalti di Rete Ferroviaria Italiana, in questo momento una delle maggiori stazioni appaltanti del Paese. La Cgil ha già annunciato che chiederà di essere parte civile nell’eventuale processo ai responsabili di questa ennesima morte sul lavoro.

La città di Formia da venerdì mattina si è stretta attorno alla famiglia dell’operaio di 47 anni, molto conosciuto in città. Attilio Franzini aveva svolto tanti lavori prima di essere assunto da Salcef Group, era stato anche dipendente della Formia Rifiuti Zero e in precedenza aveva gestito un negozio di ciclomotori.
Il contratto con un grande gruppo economico aveva rappresentato per lui la svolta, la sicurezza dopo tanta precarietà e invece, purtroppo, quel sogno si è trasformato in tragedia. Al cordoglio di familiari e amici si è aggiunto ieri il messaggio di vicinanza di tutte le maggiori sigle sindacali, anche perché il fratello della vittima, Emanuele Franzini, è rappresentante sindacale nella società che gestisce le strisce blu a Formia. I funerali di Attilio sono stati fissati per oggi pomeriggio nella chiesa di San Giovanni, nel quartiere dove tutti lo conoscevano.

Edizione digitale

Sfoglia il giornale

Acquista l'edizione