Il fatto
01.12.2024 - 13:44
Regge l’accusa dell’inchiesta sugli episodi di corruzione che ha coinvolto due dipendenti della Camera di Commercio di Latina. Lo scorso sei novembre erano finiti agli arresti domiciliari in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Giuseppe Cario. Il silenzio che arriva dal Tribunale del Riesame è indicativo sulla decisione dei magistrati romani a seguito della discussione del ricorso presentato dal collegio difensivo dei due indagati. L’udienza si era svolta martedì e la Procura aveva anche depositato delle memorie.
Gli avvocati Lucio Teson e Claudio Maria Cardarello avevano impugnato il provvedimento restrittivo, chiedendo la revoca della misura cautelare. I reati ipotizzati nei confronti dei due presunti responsabili Andrea Di Stefano e Giuseppe Luciano sono: corruzione continuata e per Luciano anche di truffa. Nel corso dell’interrogatorio di garanzia davanti al gip, Luciano era rimasto in silenzio mentre Andrea Di Stefano aveva giustificato le condotte contestate. In base a quanto sostenuto dal magistrato inquirente Valentina Giammaria, in cambio di somme di denaro, i due dipendenti avrebbero agevolato la procedura di alcune pratiche istruttorie. Nell’inchiesta sono indagate a piede libero altre sette persone tra cui professionisti e liquidatori. Le indagini erano state condotte dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Latina. I fatti sono avvenuti tra il 2021 e il 2023.
Nell’inchiesta sono finite intercettazioni telefoniche e ambientali, in un caso un indagato aveva lasciato i soldi sotto la tastiera del computer di uno degli arrestati.
Edizione digitale
I più recenti
Ultime dalla sezione