Effetto Assedio
26.01.2025 - 09:30
La situazione della città di Aprilia nell’ambito dell’analisi dei procedimenti per mafia occupa un ampio capitolo della relazione sul lavoro della Dda di Roma. «Di particolare rilievo - si legge nel dossier - il procedimento che ha riguardato la costituzione, nel territorio di Aprilia, di una struttura avente i connotati della mafia autoctona connotata da canali di finanziamento molteplici (stupefacenti, usura, estorsioni), da forme di investimento in società dei sodali o di soggetti vicini, dalla disponibilità di armi e, nel contempo, da qualificati rapporti con la pubblica amministrazione, dai rapporti con altre organizzazioni di tipo mafioso e dalle finalità concorrenti di commettere più delitti di traffico di sostanza stupefacente, di estorsione aggravata, rapina, lesioni e minaccia, di usura ed esercizio abusivo dell’attività finanziaria nei confronti di commercianti e imprenditori, di acquisizione del controllo di attività economiche, appalti e servizi pubblici e di ostacolare il libero esercizio del voto.
Nel territorio laziale in generale e romano in particolare tali organizzazioni hanno cercato di mantenere, tendenzialmente su base pattizia fondata anche sul reciproco riconoscimento una situazione di coesistenza relativamente pacifica, ricorrendo alla violenza eclatante come extrema ratio, in modo da poter agevolmente realizzare il loro principale obiettivo, ossia la progressiva penetrazione nel tessuto economico ed imprenditoriale del territorio».
Secondo questa ricostruzione dunque «anche il territorio del basso Lazio è stato oggetto di una espansione via via sempre più profonda e ramificata non soltanto ad opera di clan camorristici e del corrispondente insediamento dei relativi esponenti, ma anche di cosche di ’ndrangheta, la cui presenza si è con il tempo estesa e strutturata, fino a determinare la compresenza su quel territorio di un coacervo di gruppi, la cui attività, fortemente caratterizzata dal metodo mafioso, ne ha segnato profondamente il tessuto economico-sociale ed anche politico.
In tal senso, appaiono certamente significative le pronunce (alcune delle quali già citate nelle precedenti relazioni, altre intervenute nel periodo oggetto di analisi) che hanno qualificato in termini di associazioni di tipo mafioso ex art. 416 bis i gruppi insediatisi su tale territorio, riconoscendone l’autonomia criminale ed organizzativa dalle associazioni dalle quali avevano tratto origine e con le quali hanno mantenuto forme diverse di collegamento. Si tratta, in altri termini, di nuclei criminali che, rafforzatisi e strutturatisi nel tempo, hanno finito per dare luogo a vere e proprie associazioni mafiose autoctone e, sia pure con forme e modalità diverse, autonome dalle rispettive cas emadri criminali di derivazione, campane e calabresi». L’autonomia dalle famiglie crimninali di origine era emersa già nelle indagini sul litorale romano.
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