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Il fatto

Caporalato, una piaga globale: nell’ultimo trimestre 24 aziende controllate, 18 non in regola

L’ex Procuratore de Falco: "Fondamentale la sinergia operativa per le notizie di reato"

Caporalato, una piaga globale: nell’ultimo trimestre 24 aziende controllate, 18 non in regola

Tra due mesi il via con la prima udienza in Corte d’Assise del processo per la morte di Satnam Singh. La tragica fine del bracciante agricolo indiano ha svelato un sistema, ha portato in tutti questi mesi ad una grandissima attenzione mediatica. Come non era mai accaduto. Il tema del caporalato è stato affrontato in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario la scorsa settimana in Corte d’Appello a Roma. E’ una delle emergenze in provincia di Latina. Lo ha ricordato anche l’ex Procuratore Capo di Latina Giuseppe de Falco, intervenuto ieri mattina su Radio 1 nella trasmissione Inviato speciale dove ha ribadito l’importanza del protocollo di intesa firmato in Procura. «E’ fondamentale lo scambio di informazioni e di sinergia operativa per cercare le notizie di reato senza aspettare che le vittime vengano a denunciare».
In provincia di Latina è emerso - in base ai controlli dei Carabinieri - che nell’ultimo trimestre del 2014 su 29 aziende controllate più della metà erano irregolari (18) con braccianti agricoli impegnati in nero e cinque di queste aziende sono risultate destinatarie di fondi dell’Unione Europea. Per quale motivo è difficile scardinare il caporalato?. «Le cause? In un mondo globale dove l’economia la fa da padrone, la causa siamo anche tutti noi: pensiamo a quello che accade nelle aziende agricole pontine - ha detto - caporalato significa far logorare in condizioni precarie i lavoratori, pagare di meno e risparmiare sul costo della manodopera. E questo significa che le grandi aziende acquistano a prezzi più competitivi e rivendono a prezzi più competitivi al consumatore: riguarda lo sfruttamento di esseri umani ma ha una dimensione economica grandissima dove tutti siamo inconsapevolmente partecipi anche come consumatori». Sul caso di Satnam de Falco ha ricordato che: «E’ stata l’esplosione più evidente di un fenomeno della mancanza di rispetto per l’essere umano». La compagna di Satnam Singh, Soni, si costituirà parte civile nel processo, è assistita dall’avvocato Gianni Lauretti anche lui intervenuto su Radio 1. «Questa vicenda ha aperto uno spaccato inquietante, Soni è ancora ospitata in una casa famiglia sta imparando l’italiano, sognava con Satnam di aprire una fattoria una volta tornati in India». Sono diversi i processi di caporalato che si stanno svolgendo in Tribunale a Latina e rispetto a prima i controlli sono aumentati.
«Il fenomeno è stato scalfito ma non abbattuto, il caso di Satnam ha disvelato quello che denuncio da 15 anni» è l’analisi di Marco Omizzolo consulente della commissione parlamentare antimafia, sociologo Eurispes, massimo esperto in tema di caporalato, intervenuto nello speciale sul caporalato ieri mattina su Radio 1. «L’attività di intervento è ancora prevalentemente investigativa e repressiva e va bene - ha aggiunto - a partire dal sostegno della Procura al riconoscimento della Prefettura, serve una attività preventiva e di riforma radicale - ha aggiunto Omizzolo - sono necessarie proposte di riforma articolate che non possono derivare dalla politica. Serve la cancellazione della Bossi Fini». E ha aggiunto. «Satnam e gli altri arrivano in Italia già con un debito e vivono come schiavi, l’attività repressiva non basta». Tra due mesi il via con la prima udienza per un processo sui cui saranno accesi i riflettori da tutto il mondo.

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