Il fatto
11.03.2025 - 11:13
La rapina messa a segno ieri notte in una delle prestigiose ville di via Isonzo, non può non scomodare un precedente che ha segnato la storia della comunità latinense, il colpo da incubo nell’abitazione di un noto imprenditore pontino, tra i fautori dell’epopea delle dimore di lusso nella periferia del capoluogo. Un fatto, quello di quasi vent’anni fa, che cambiò lo stile di vita di molti imprenditori e professionisti latinensi, spaventati dall’idea di fare la stessa fine in una casa imponente e isolata, perché la rapina fu di quelle scioccanti, con le vittime tenute sotto scacco per ore, picchiate senza remore.
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Al contrario i banditi entrati in azione ieri notte, sebbene fossero chiaramente dei professionisti del crimine, non hanno ecceduto con la violenza e si sono lasciati andare persino a un gesto di umanità inatteso. Lo rivela lo stesso professionista tenuto sotto tiro: «Erano organizzati molto bene, comunicavano tra loro con i walkie talkie, perché si erano divisi.
Mentre uno restava con me e mia sorella, gli altri rovistavano nel resto della villa, anzi sono sicuro che qualcuno è entrato anche nell’abitazione del vicino, perché sentivo dei rumori nel piano sottostante, ma poi ho scoperto che c’era stato anche il furto in casa sua e subito dopo sono scappati quando è suonato l’allarme di un’altra abitazione.
Poi hanno compiuto un gesto che non mi aspettavo, perché mia sorella sta poco bene e assume una terapia. Ho parlato all’uomo che ci piantonava, gli ho spiegato la situazione, e che sì accettavamo tutto, ma non potevano farla stare male. Allora ha comunicato con uno dei complici attraverso la radio trasmittente dopo che gli avevo spiegato dove si trovava il farmaco, in cucina, e ce lo ha fatto portare in camera».
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