Il fatto
03.04.2025 - 07:30
Uno spacciatore poco più che trentenne, sottoposto agli arresti domiciliari, ha subìto una brutale aggressione in casa, ferito da un uomo che gli ha staccato un orecchio a morsi. È successo in un appartamento di via San Carlo da Sezze al culmine di una lite animata che sembra nascondere un tentativo di ritorsione: la vittima non sembra intenzionata a collaborare alle indagini della Polizia, ma ha ammesso di avere utilizzato un coltello per difendersi durante la colluttazione, colpendo l’aggressore con almeno due fendenti. Gli investigatori della Questura stanno dando la caccia allo spietato autore del regolamento di conti e al suo complice, perché non sarebbe stato solo durante il confronto finito male col giovane pusher. Il cerchio dei sospettati è già piuttosto ristretto.
L’episodio risale alla tarda serata di martedì, intorno alle ore 23, quando le urla provenienti dall’appartamento del secondo piano del civico 33 di via San Carlo da Sezze hanno preoccupato gli altri condomini, facendo scattare l’allarme al numero unico d’emergenza 112. Con i poliziotti della Squadra Volante e i soccorritori di un’ambulanza del pronto intervento sanitario sono intervenuti anche gli specialisti della Polizia Scientifica che hanno passato al setaccio l’alloggio per raccogliere le tracce utili alla ricostruzione dei fatti. Tra la cucina e la porta d’ingresso sono state trovate diverse macchie di sangue, alcune delle quali potrebbero appartenere appunto all’aggressore e per questo potranno tornare utili nella fase della sua identificazione, ovvero ai fini probatori.
Incrociando le testimonianze raccolte e le vaghe dichiarazioni iniziali del proprietario di casa, i poliziotti ritengono che quest’ultimo conoscesse bene l’aggressore e gli avesse aperto la porta, senza immaginare l’epilogo cruento. Un dettaglio del quale il pusher potrebbe essere chiamato a rispondere, visto che è sottoposto agli arresti domiciliari, quindi non può avere contatti con l’esterno. È altrettanto plausibile ritenere che inizialmente i toni tra loro fossero distesi, fino a quando avevano iniziato a discutere. Il trentenne sarà ascoltato nuovamente dagli investigatori nelle prossime ore, ma in una prima fase si è limitato a dire che l’ospite gli aveva proposto una situazione a lui non congeniale. Una reazione, la sua, che aveva scatenato l’ira dell’uomo, oltretutto spalleggiato da un suo amico, portato evidentemente con l’intento di sopraffare lo spacciatore se le cose fossero precipitate, com’è successo.
L’altra notte la vittima è arrivata in pronto soccorso con un trauma cranico e l’amputazione parziale del padiglione auricolare destro, diagnosi compatibile con la ricostruzione dei fatti che ha prospettato ai poliziotti: l’ospite gli è saltato addosso e lo ha bloccato con il proprio peso per mordergli l’orecchio destro. In quel frangente, accecato dal dolore, il malcapitato sarebbe riuscito a impugnare un coltello con il quale, ha ammesso, avrebbe colpito l’aggressore fino a convincerlo a desistere e scappare. Piantonato tutta la notte in ospedale, ieri mattina è stato sottoposto a un intervento per l’applicazione di numerosi punti di sutura per il ripristino dell’orecchio, poi è stato dimesso con una prognosi di quindici giorni, salvo complicazioni.
I sospetti degli investigatori ricadono su un soggetto di quarant’anni circa, anche lui come la vittima coinvolto nello spaccio di stupefacenti, già noto alle forze di polizia per i feroci metodi di recupero dei crediti tra i suoi clienti, reduce tra l’altro da una lunga detenzione, neanche a farlo apposta irreperibile dalla sera di martedì.
I poliziotti della Squadra Mobile cercano sia lui che il complice e hanno proseguito le ricerche per tutta la notte di ieri, verificando anche in mattinata, negli ospedali del circondario, se avesse richiesto le cure un uomo con ferite compatibili con le coltellate che il trentenne ammette di avere inferto per divincolarsi dalla presa del suo torturatore. Per quanto riguarda il movente, il campo delle ipotesi è piuttosto ristretto, limitato agli interessi di natura illecita che i due soggetti possono condividere: per ora gli investigatori non intendono tralasciare alcuna pista, ma sembra piuttosto scontata l’eventualità che abbiano discusso per questioni di soldi nell’ambito dei traffici di droga. La stessa vittima era stata arrestata nel mese di ottobre, quando aveva cercato di disfarsi delle dosi di stupefacenti nascoste in casa quando i poliziotti della Squadra Mobile si erano presentati a casa sua per una perquisizione, ma già quattro anni prima era finito in manette per una scorta di cocaina di alcuni etti.
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