Il fatto
12.04.2025 - 08:00
Spunta anche il nome di Mattia Perin, portiere della Juventus e della Nazionale, nato a Latina, nell’inchiesta della Procura di Milano, anche se il portiere pontino non è accusato di scommesse. Secondo quanto si legge nell’ordinanza del Gip di Milano Lidia Castellucci, Perin avrebbe partecipato a sessioni di poker online su piattaforme non autorizzate, insieme ad altri calciatori professionisti, tra cui Nicolò Fagioli, Nicolò Zaniolo, Weston McKennie e Pietro Marinoni. Al calciatore pontino non vengono contestati i reati più gravi e nemmeno scommesse sul calcio, ma solo quello previsto e punito dall'art. 4, comma 3, della L. 401/1989, ossia di aver partecipato a giochi non autorizzati dai Monopoli di Stato e Agenzia delle Dogane.
Le chat dei telefoni di Tonali e Fagioli
L’inchiesta della procura milanese è legata all’altra che portò negli anni scorsi sotto indagine i calciatori Nicolò Fagioli e Sandro Tonali. Proprio dall’analisi delle chat dei due gli inquirenti hanno raccolto nuovi elementi che hanno portato a un sequestro preventivo richiesto di 1,5 milioni di euro. L’indagine della procura di Milano è stata portata avanti dalla Guardia di Finanza e oggi viene chiesto l’arresto di cinque persone che avrebbero gestito questo giro di scommesse illegali.
La posizione di Mattia Perin
Il nome di Perin compare tra i partecipanti a una chat di gruppo denominata “Poker senza Zaniolo”, usata per organizzare le partite clandestine. Nella chat figurano anche altri volti noti del calcio italiano. Le sessioni di poker si svolgevano su siti come Texinho.com, gestiti dall’indagato Tommaso De Giacomo, alias “Tommy”, considerato dagli inquirenti uno degli organizzatori principali del sistema di scommesse illecite. Il calciatore di Latina, nelle chat trovate dagli inquirenti sui telefoni di Nicolò Fagioli e Sandro Tonali, aveva anche provato a far giocare gli altri su un diverso sito di scommesse, innescando la reazione di De Giacomo che ha chiesto a Fagioli di evitare che accadesse.
L'ordinanza chiarisce che Perin non è indagato per reati più gravi come l'esercizio abusivo di attività di gioco o riciclaggio, ma viene contestata la partecipazione a giochi non autorizzati, ai sensi dell’articolo 4, comma 3, della legge 401/1989. La sua posizione, dunque, al momento si limita all’uso delle piattaforme non autorizzate per prendere parte a partite di poker. L’avvocato di Mattia Perin, Italo Montini, conferma che il calciatore non viene accusato di scommesse illegali: «Desideriamo chiarire che non c'è alcun nesso tra il mio assistito e le scommesse illegali. La verità è che Mattia Perin è stato semplicemente iscritto a un sito di “poker.com”, che opera in un contesto completamente diverso».
Il sistema delle poker room illegali
Secondo quanto ricostruito dalla Guardia di Finanza, De Giacomo e i suoi complici gestivano l’accesso alle piattaforme, creavano le “poker room” protette da password e caricavano i crediti virtuali per i partecipanti. Le puntate venivano poi regolate tramite contanti, bonifici bancari o versamenti su carte prepagate. Alcuni giocatori, tra cui Fagioli e Tonali, risultano anche coinvolti in pagamenti sospetti attraverso una gioielleria milanese usata, secondo la Gdf, per mascherare il trasferimento di denaro. La Procura di Milano ha sottolineato che l'inchiesta resta aperta e che nuovi sviluppi potrebbero emergere nelle prossime settimane.
Per ora, si fa sempre più chiaro il quadro di un sistema ben organizzato, che ha coinvolto anche calciatori di Serie A, attirati dalla possibilità di giocare senza limiti e con credito anticipato.
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