Il fatto
19.04.2025 - 09:00
Assoluzioni, condanne e rinvii a giudizio nel processo per la droga e i telefonini che entravano nel carcere di Velletri tramite una serie di pacchi alimentari e grazie al supporto di familiari o amici di detenuti. L’udienza si è conclusa davanti al giudice del Tribunale di Velletri Fabrizio Basei nei confronti degli imputati che hanno scelto il rito abbreviato, un giudizio previsto dal codice che prevede la riduzione di un terzo della pena.
Erano in tutto 22 gli imputati. Sono state 13 le condanne: le pene da un massimo di oltre cinque anni a un minimo di un anno. Il gup ha disposto per tre imputati il rinvio a giudizio con l’udienza fissata per l’11 giugno davanti al Collegio Penale del Tribunale di Velletri, per altri imputati è arrivata l’assoluzione. Tra le pene più alte quelle nei confronti di Youssef Bonferane, originario del Marocco: 5 anni e otto mesi, quattro anni e quattro mesi per Angelo Santariga, quattro anni e due mesi per Gianna Santariga, pena di quattro anni e due mesi per Mattia Cossu, quattro anni per Simone De Felice, pena di quattro anni per Daniele Gabriele. Gli imputati sono residenti tra Latina, Aprilia, Cisterna, Anzio, Nettuno, Roma e la zona dei Castelli Romani. Tra gli imputati Alessandro Artusa di Latina, per lui la pena è di un anno e sei mesi: nei suoi confronti il pm ha contestato in concorso con altri detenuti all’epoca dei fatti, l’utilizzo del telefono cellulare dal 29 maggio al 12 luglio del 2023.
La parte centrale dell’inchiesta ha riguardato la cessione di droga. Gli imputati erano ritenuti i presunti responsabili del reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, accesso indebito dispositivi idonei alla comunicazione.
Un anno fa erano state eseguite in tutto 33 misure restrittive di cui 16 nei confronti di alcuni indagati che erano detenuti in carcere. Le indagini dei Carabinieri avevano ricostruito 15 episodi relativi allo spaccio di droga. Secondo l’accusa erano i detenuti che facevano gli ordini utilizzando cellulari e schede sim che entravano nella casa circondariale. Nelle carte dell’inchiesta - coordinata dal pm Giuseppe Travaglini - è emerso che la droga entrava grazie a dei pacchi che contenevano biscotti, salumi sotto vuoto per una migliore conservazione. Nei giorni scorsi la conclusione del processo.
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