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Le inchieste paralleli

Bombe, primi sospetti al vaglio

Gli investigatori di Carabinieri e Polizia battono già alcune piste: l’ipotesi che uno o più gruppi criminali stiano cercando di colmare il vuoto di potere

Bombe, primi sospetti al vaglio

I detective di Carabinieri e Polizia stanno mantenendo uno strettissimo riserbo sulle indagini che stanno conducendo ormai da giorni per venire a capo dei due inquietanti attentati consumati piazzando bombe, una persino fatta esplodere, ma c’è già qualche sospetto che circola tra gli uffici investigativi della città. Nelle rispettive indagini sono al vaglio già diverse piste, comunque in un campo piuttosto ristretto di ipotesi. Gli investigatori non intendono dare nulla per scontato e, sebbene i due episodi vengono ritenuti due fatti distinti e separati, non viene escluso che possa esserci un collegamento, quanto meno nella regia che ha organizzato questa sorta di strategia della tensione.

L’ipotesi piuttosto concreta è quella di uno o più sodalizi criminale che intendono colmare il vuoto di potere che sta vivendo da tempo la città di Latina, dal punto di vista degli interessi criminali, per effetto delle importanti inchieste dell’ultimo decennio. Da questo concetto si sviluppa l’idea che questa o queste organizzazioni stiano cercando, già da qualche tempo, di assoggettare pezzi della vita criminale latinense, ma a quanto pare anche imprenditoriale, o comunque quei soggetti che possono essere ritenuti contigui a una sorta di limbo tra malavita e società civile.

Insomma, almeno un sodalizio avrebbe cercato di esercitare il proprio potere con tentativi di sottomissione, prima di passare alle azioni di forza, sia per punire i più reticenti, spaventandoli, ma anche per dare dei segnali alla città e alle altre potenziali vittime di ritorsione. Gli investigatori quindi non possono sottovalutare alcuni incendi di auto registrati nei mesi scorsi e spedizioni punitive come quella subita dallo spacciatore che ha cercato di difendersi con un coltello e gli è stato staccato un orecchio a morsi. Certo, sono solo ipotesi, ma quello era stato un chiaro tentativo di assoggettare uno spacciatore che fino a quel momento era ritenuto un battitore libero.

Sono arrivate poi le bombe. Quella piazzata in corso Matteotti ha dato l’idea che qualcosa stava cambiando nel capoluogo. O era già cambiato, visto che l’ordigno utilizzato, sebbene inoffensivo perché privo dell’innesco, era di quelli che provengono da contesti bellici, quindi presuppone ha certa dimestichezza negli ambienti che contano. La seconda, esplosa dopo una decina di giorni sul recinto di una casa nella zona di via Torrenuova, era di fattura artigianale, ma esprimendo una potente deflagrazione avvertita da mezza città, fino al centro, ha dato ancora di più l’idea del cambio di passo imposto in città.

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