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Il fatto

Fallimento Neo, tutti a giudizio: processo nel 2026

Accolta la richiesta del pm per la società che editava i giornali

Fallimento Neo, tutti a giudizio: processo nel 2026

Tutti a giudizio per la bancarotta Neo e Qap. E’ quello che ha deciso ieri pomeriggio il gup del Tribunale di Latina Laura Morselli al termine della camera di consiglio  nei confronti degli imputati. Accolta la richiesta formulata dalla pubblica accusa, mentre il collegio difensivo  ha cercato di scardinare le accuse chiedendo il non luogo a procedere. Alla fine il magistrato ha letto il decreto che dispone il giudizio.

Esce di scena Nando Leonardi, per lui il reato è estinto per intervenuta prescrizione. Per gli altri imputati la prima udienza del processo è fissata davanti al Collegio Penale del Tribunale per il 14 ottobre del 2026.  I reati ipotizzati nei confronti dei presunti responsabili sono quelli di bancarotta semplice e bancarotta fraudolenta.

Sono 12 gli imputati nel procedimento  A provocare il dissesto della società editoriale Neo - secondo quanto ricostruito dai Carabinieri che si erano occupati delle indagini - ci avevano pensato l’amministratore unico della srl Silvio Giuliani e l’amministratore di fatto Giuseppe Ciarrapico, che è deceduto,  (per lui il reato è estinto)  con alcune  operazioni che avevano provocato la progressiva lievitazione dell’indebitamento e un progressivo depauperamento del patrimonio aziendale. Subito dopo il  fallimento il passivo accertato risultava pari a 26 milioni e mezzo circa di euro, 50 miliardi delle vecchie lire.

Era stato il  pm Luigia Spinelli a ricostruire l’inchiesta. Nel 2012 i due imprenditori Palombo e Capozzi,  avevano  rilevato  dal Tribunale di Roma le quote sotto sequestro della Neo  con un intervento  per la continuità dell’azienda. Secondo quanto ipotizzato i  nuovi acquirenti si sarebbero inseriti prima del previsto.

L’inchiesta condotta in un secondo momento dal pubblico ministero Andrea D’Angeli e dal Procuratore Aggiunto Carlo  Lasperanza, aveva portato alla chiusura dell’inchiesta  nel 2019. Ieri pomeriggio il giudice ha letto il dispositivo,  tra poco più di un anno la prima udienza del processo. Le parti offese sono le curatele fallimentari: Neo Editoriale, Mediapress e Qap, risarcite da Palombo e dalla moglie Capozzi.  

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