Il caso
22.06.2025 - 11:30
L’ex collaboratore di giustizia Maurizio Zuppardo si è messo di nuovo nei guai, rendendosi protagonista di un grave episodio di minacce di morte pronunciate attraverso una diretta “live” sul social network Tik Tok nei confronti delle figlie di un influencer che lo ha poi denunciato, oltretutto dopo avere cercato anche di aggredirlo il giorno prima, sempre in diretta.
Ma questo è solo l’epilogo dell’infelice tentativo dell’ex pentito latinense di trovare gloria sulle piazze virtuali dei social, dopo avere fallito anche il suo percorso di “redenzione” dalla parte della Giustizia: entrambi i percorsi che ha intrapreso per lasciarsi alle spalle la malavita pontina, o meglio un passato di spaccio e piccole truffe, sono naufragati per la stessa causa, la sua inattendibilità. Peccato che nel mezzo, c’è qualcuno che sta pagando un prezzo fin troppo alto per le menzogne che ha raccontato nel lasso di tempo in cui lo Stato gli ha dato una possibilità di riscatto, come i Carabinieri finiti sotto indagine e alcuni persino a processo per vicende palesemente smentite dai fatti e da indizi deboli, se non inesistenti, portati avanti dalla pubblica accusa con ostinazione.
A denunciare Zuppardo è stato un influencer che può vantare un seguito importante su Tik Tok, conosciuto con il nome d’arte Natinitro. Parliamo di un social dove le dirette live possono trasformarsi in dibattiti molto accesi, che attirano l’attenzione degli utenti, fino al punto di creare una vita virtuale parallela. In questo contesto chi riesce a totalizzare un numero maggiore di “follower” può arrivare a guadagnare qualcosa attraverso le cosiddette dirette “match” nelle quali i moderni “creator digitali” si sfidano a suon di voti, ossia like e veri e propri regali. In questo mondo ha cercato di inserirsi Zuppardo, con il nome Solitario, già quando era un collaboratore di giustizia sotto protezione, anche se inizialmente aveva cercato di non rivelare la propria identità, uno dei motivi per i quali gli è stato revocato il programma dei benefici di legge, dei quali comunque ha goduto per quattro o cinque anni.
Fatto sta che l’ex pentito inizialmente non era ben visto dagli influencer più quotati, tranne Natinitro, che lo aveva preso in simpatia e aveva deciso di aiutarlo. Oltretutto in quel periodo Zuppardo viveva sotto protezione vicino Trento, non lontano da casa sua.. «Ho conosciuto Maurizio quattro anni fa su Tik Tok - ci ha raccontato Natinitro - Avevamo stretto un rapporto di amicizia, forse sono stato l’unico vero amico che ha avuto in vita sua. Ci sentivamo tutti i giorni. Solo dopo ho scoperto che mi ha raccontato solo tante bugie. Inizialmente mi aveva detto che lavorava per lo Stato, ma dai suoi atteggiamenti avevo capito che c’era dell’altro, fino a quando, in privato, mi ha raccontato la sua storia». Ben voluto da Natinitro, l’ex pentito era riuscito persino a superare l’ostitilità degli altri influencer e conquistare qualche centinaia di follower durante live e match.
«Ma ha sempre raccontato bugie per alimentare il suo personaggio - ribadisce Natinitro - come quando raccontava di essere stato in carcere in Colombia». In realtà il suo apporto alle inchieste della Dda è stato minimo, tant’è vero che i magistrati hanno rinunciato a chiamarlo in causa come teste nei processi dopo la sua estromissione dal programma di protezione. Tranne i carabinieri, rinviati a giudizio nonostante l’inattendibilità delle dichiarazioni di Zuppardo, che tuttavia sono anche auto accusatorie. In ogni caso i rapporti con Natinitro si interrompono di recente, dopo un prestito di una modesta somma di denaro che quest’ultimo aveva chiesto a Zuppardo. «I soldi non mi mancano per vivere - ci racconta ancora l’influencer, avevo bisogno di denaro subito e li ho chiesti a Maurizio. Tra noi queste cose sono normali. Gli avevo restituito quasi l’intera somma, quando ha iniziato a parlare male di me nelle dirette, raccontando a tutti di quel prestito».
Nel frattempo Zuppardo aveva lasciato Trento, per trasferirsi a spese proprie in Toscana. A fine maggio, forse in cerca di gloria, ha preso il treno e si è presentato a Trento, dove ha iniziato una diretta chiedendo a Natinitro di raggiungerlo. Quest’ultimo, avvisato da altri utenti di Tik Tok, lo ha raggiunto ed è stato aggredito in diretta, mentre Zuppardo filmava tutto col telefono. «Sono riuscito a non farmi colpire - racconta l’influencer - Ma non ho ceduto alla provocazione. Gli chiedevo di spostarci in un luogo meno in vista per chiarire, ma continuava a colpirmi con pugni e calci».
Una pagliacciata, interrotta dall’intervento dei carabinieri che hanno identificato entrambi. Quindi il giorno dopo, nel corso di una “live” Zuppardo ha pronunciato le minacce verso lo stesso Natinitro. «Me la prendo prima con te, poi con tua moglie e poi con i tuoi figli - ha detto l’ex pentito in diretta - Ti scanno i tuoi figli davanti a te. Te li ammazzo davanti. Prima ti ammazzo i figli e poi ammazzo te». Al momento di formalizzare la querela Natinitro ha depositato anche i video dei due episodi, denunciando minacce che hanno un certo peso perché Zuppardo conosce i luoghi dove vivono l’ex amico e la sua famiglia, il luogo di lavoro della moglie e l’asilo frequentato dai bambini.
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