L'intervento
29.07.2025 - 14:23
Roberto Burioni
Tre vittime nel Lazio, due in provincia di Latina. Il tutto in poche settimane. Il virus West Nile inizia seriamente a preoccupare. Ma la questione vera non è di natura sanitaria, in quanto per fermare davvero questi contagi c'è un solo modo: prevenire e debellare le zanzare.
A chiarire le reali dinamiche di trasmissione e a fare luce su falsi miti che rischiano di alimentare la disinformazione è il virologo Roberto Burioni, con un intervento netto e documentato sui social.
“Il virus del Nilo Occidentale si trasmette tra gli uccelli attraverso la puntura delle zanzare,” spiega Burioni. Il ciclo naturale coinvolge quindi uccelli infetti e zanzare che, pungendoli, diventano a loro volta vettori del virus. Se la catena restasse confinata agli animali, sarebbe un problema limitato alla fauna selvatica. Ma così non è. Le stesse zanzare possono infatti pungere anche l’uomo, diventando un veicolo di infezione.
E cosa succede se si viene contagiati? “Nell’80% dei casi la malattia è asintomatica,” rassicura il virologo. Nella restante percentuale, si manifestano sintomi simili all’influenza, come febbre e mal di testa, che nella maggior parte dei casi si risolvono da soli. Il problema, però, si presenta nei casi più gravi: “In un caso su 100-150 può svilupparsi un’encefalite molto grave, che in circa 1 caso su 1000 può essere letale”. Particolarmente vulnerabili sono gli anziani e chi ha patologie preesistenti, ma nessuno può considerarsi completamente immune al rischio.
Importante è anche comprendere il ruolo dell’uomo nella diffusione del virus: “L’uomo non ha NESSUN ruolo nella trasmissione, è un ospite terminale o incidentale,” chiarisce Burioni. “La zanzara che punge un uomo malato non è in grado di trasmettere la malattia. Solo le zanzare che pungono gli uccelli possono farlo.” Un chiarimento fondamentale, soprattutto alla luce di derive xenofobe infondate: “Non ha senso prendersela con i migranti egiziani, come hanno fatto alcuni somaroni: al massimo si possono incolpare gli uccelli migratori, ma non gli uomini.”

Purtroppo, non esistono vaccini né terapie specifiche per il WNV. Quindi, che fare per difendersi? La risposta, per Burioni, è duplice e molto concreta: da un lato, usare repellenti efficaci; dall’altro, combattere le zanzare. “Dobbiamo pretendere che i comuni facciano disinfestazioni frequenti ed efficaci – spiega – usando larvicidi e insetticidi innocui per l’uomo ma letali per le zanzare.”
Inoltre, ognuno può e deve fare la propria parte: evitare ristagni d’acqua nei giardini, sottovasi, tombini e altri luoghi in cui le zanzare possono deporre le uova. È essenziale ricordare che “in questo caso il virus non è trasmesso principalmente dalla zanzara tigre, ma dalla comune zanzara notturna,” quella che spesso ronzando ci disturba durante il sonno.
Infine, Burioni propone una visione chiara e pragmatica della cosiddetta immunità di gregge in questo contesto: “In questo caso l’immunità di gregge l’abbiamo se spariscono (o diminuiscono molto di numero) le zanzare che trasmettono il virus. Se questo avviene, il West Nile Virus e tanti altri virus pericolosi non riusciranno a circolare e saremo tutti al sicuro.”
In un’epoca in cui la disinformazione corre più veloce della scienza, interventi come quello di Burioni aiutano a restituire alla salute pubblica un fondamento di razionalità, promuovendo comportamenti consapevoli e protezioni efficaci. Perché, anche in questo caso, prevenire è molto più utile che allarmarsi inutilmente.
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