«Siamo un gruppo di genitori i cui figli frequentano le strutture educative private di Aprilia. Con grande preoccupazione abbiamo appreso, tramite comunicazione da parte delle educatrici, dell’intenzione del Comune di applicare un nuovo limite massimo di bambini ammessi nelle strutture private, basato esclusivamente sulla metratura e non sulla reale capacità educativa delle strutture stesse». La lettera inviata a al Sindaco del Comune di Aprilia, all’assessorato all’Istruzione, all’Ufficio Servizi Educativi del Comune, finirà sul tavolo delle tre commissarie chiamate a gestire il Comune e la città dopo lo scioglimento per infiltrazioni mafiose.
Commissarie che non avendo un mandato basato sul consenso elettorale, sono apparse a gran parte della comunità, distanti, inaccessibili. Ma questa volta è probabile che si debbano aprire ad un confronto perché il caos degli asili e degli asili nido, sta assumendo i contorni del dramma per diverse famiglie.
La lettera di un gruppo di genitori sottolinea che a fronte di una serie di controlli di natura amministrativa presso la totalità delle strutture (private visto che in città c’è un solo asilo nido comunale) ha portato le varie dirigenze a “doversi” adeguare alle norme e prevedere quindi, un numero di bambini decisamente inferiore. Sono poche le strutture che avrebbero sempre rispettato i paletti sia in materia di spazi interni (6 metri quadrati per bambino) o esterni (7 mq per bambino) sia per quanto riguarda il rapporto tra bambini e operatori (1 operatore educativo ogni 7, e 1 operatore ausiliario ogni 15).
Quelle che in questi anni questi paletti hanno finito per ignorarli lo avrebbero potuto fare grazie anche all’assenza di controlli. Controlli che invece la nuova amministrazione, guidata dalle tre commissarie, ha disposto di effettuare a tappeto. E da qui i responsabili di diverse strutture in questi giorni hanno avvisato i genitori che non solo il numero dei bambini che saranno accettati per il prossimo anno sarà inferiore, ma le rette saranno al contempo decisamente superiori. In qualche caso si passa da 3-400 euro a 7-800 euro (oltre 500 euro per la mezza giornata). Un salasso. Che nemmeno i bonus della Regione, per le famiglie con l’Isee che rientra nei criteri, coprirà finendo per esaurirsi anche prima di metà anno.
Ciò che i genitori lamentano soprattutto, in questa situazione, è l’assenza totale di alternative comunali: «Ad oggi è attivo un solo asilo pubblico in tutta Aprilia, e non è in grado di accogliere i bambini che rischiano di restare fuori. Questa situazione sta generando disagio, insicurezza e frustrazione». Nella lettera si fa riferimento anche a presunte penalizzazioni a carico delle strutture private, ma si deve ricordare che tutti, pubblici o privati, rispondono alle norme regionali che fissano i criteri per le autorizzazioni.
E quindi la richiesta: «Un confronto immediato tra Comune, genitori e gestori delle strutture private. Una revisione equa dei nuovi criteri di assegnazione dei posti, tenendo conto della qualità del servizio e non solo dei metri quadri. Un piano alternativo e sostenibile per tutte le famiglie che rischiano di non avere più un posto per i propri figli a settembre».
La situazione è grave. E’ difficile che il Comune possa fare qualcosa per venire incontro alle famiglie, perché le norme sono quelle, se fino ad oggi non erano state fatte applicare, qualcuno dovrà essere chiamato a rispondere, ma forse proprio le strutture private potrebbero - in virtù del fatto che fino a ieri hanno potuto godere di assenza di veri controlli - venire incontro alle famiglie e ridurre i possibili introiti per quest’anno. Decisamente meno fattibile un ampliamento delle strutture nei prossimi 30 giorni.
L'ex assessore Elvis Martino: «I privati devono fare una scelta»
«Le norme sono chiare, e bisogna capire se il problema di quelle strutture che alzano le rette è la mancanza di spazi adeguati o di personale, sarà difficile che si arrivi ad una soluzione soprattutto nel primo caso. Nel secondo caso, invece di alzare le rette raddoppiandole, i gestori potrebbero fare un passo verso le famiglie e, lo dico, guadagnare di meno quest’anno. I controlli? Sacrosanti e necessari». L’ex assessore Elvis Martino non ha dubbi: è una situazione grave che non permette di sperare in soluzioni a breve termine.
L’assenza di strutture comunali pesa, ma anche quelle in convenzioni se non rispettano le norme non possono continuare ad operare. E’ un problema che coinvolge anche la politica a livello statale, che si può cominciare ad affrontare solo con il dialogo di tutti i soggetti coinvolti. Poi si dovrà anche affrontare la questione del perché i controlli amministrativi - se effettuati - in questi anni non abbiano mai portato all’emergenza di oggi.
E FdI chiede una deroga per i privati
Le famiglie di Aprilia si troveranno ora davanti ad una scelta gravosa: lavorare e spendere gran parte del loro stipendio per poter consentire ai loro bambini l'accesso ad un nido privato, oppure costringere uno dei due genitori a rinunciare al proprio lavoro per occuparsi dei figli. Non ha dubbi Edoardo Baldo di Fratelli d’Italia di Aprilia che reputa questa «Una scelta assurda, tenuto conto del fatto che il caro prezzi generale già rende difficile far quadrare i conti con due stipendi. Le regole ci sono e vanno rispettate... Comprendiamo lo spirito con il quale le commissarie hanno dato il via ai controlli sulle varie strutture private, ma queste ultime, risultate fuori norma, hanno dovuto operare una stretta sul numero di bambini che potranno ospitare presso nido e materna e per sopperire agli ammanchi dovuti al calo dei numeri, hanno già deciso di aumentare in modo esponenziale le rette».
Il problema è sempre quello dell’assenza di strutture pubbliche alternative: «L'unico nido comunale presente, con una capacità ridotta per le esigenze reali di una popolazione in crescita - può ospitare solo 77 bambini - ha già esaurito i posti disponibili e vanta una lunga lista di attesa. Una situazione non dissimile riguarda anche la scuola materna, dove le iscrizioni sono già chiuse da tempo e i posti disponibili languono».
E se il commissario D’Attilio ritenne che fosse meglio per la città «rinunciare alla possibilità di realizzare un asilo già finanziato con soldi pubblici, restituendo le risorse e asserendo che Aprilia non ne avesse bisogno» FdI adesso chiede «all'amministrazione commissariale di voler operare una seria riflessione, anche sull'opportunità di consentire una deroga alle varie strutture private, affinché possano venire incontro ai bisogno delle famiglie e per scongiurare il rischio di veder sorgere realtà abusive».