Di fatto si è arrivati alla cifra monstre di due milioni di euro, dati senza una gara alla stessa ditta. Il Tpl a Cori, il trasporto pubblico locale, attende una gara di appalto da anni. Una in realtà, era stata anche avviata con tanto di consulente esterno chiamato a redigerla, poi però un inatteso intoppo burocratico vi aveva messo la parola fine. Si era anche parlato di formare una sorta di consorzio e aderire al maxi bando del capoluogo che avrebbe unito Aprilia, Cisterna, Cori, Lanuvio, Rocca Massima e Sermoneta. Un bando da decine di milioni di euro che però saltò perché di tutti i Comune coinvolti solo due non procedettero agli atti necessari. Uno era Cisterna che venne commissariata nel 2019, l’altro fu proprio il Comune di Cori che “dovette” continuare ad affidare il Tpl alla ditta della famiglia Caliciotti (il fratello del titolare fu sindaco di Lariano) in proroga.
Dal 2016 comunque, a Cori il servizio è affidato in via diretta, in base a proroghe di un contratto che ha ormai diversi anni. Una cifra di circa 220mila euro all’anno che, moltiplicata per 9, fa davvero poco meno di 2 milioni di euro. In attesa di capire come mai l’amministrazione comunale e la dirigente responsabile che avrebbe dovuto provvedere a bandire una gara stiano aspettando così tanto e permettano che la ditta continui ad operare nonostante che il contratto sia venuto a scadere addirittura dieci anni fa, sembra di essere tornati ad esempio al 2020, quando i consiglieri comunali del gruppo “L’Altra Città” Angelo Sorcecchi, Germana Silvi, Quintilio Carpineti e Francesco Ducci - prima dello sfaldamento della minoranza - avevano affermato che «L’amministrazione di Cori si sta specializzando nell’istituto della proroga». In quella occasione era stato annunciato l’invio all’autorità per l’anti corruzione Anac, una nota in merito alle tante proroghe del servizio alla Caliciotti. E l’Anac aveva risposto. E aveva bocciato in toto l’agire dell’amministrazione.
Oggi la minoranza - i consiglieri Germana ed Evaristo Silvi e Aristide Proietti - tornano a sollevare la questione scrivendo al Comune, alla responsabile, ma anche alla Procura e all’Anac, che di fatto a Cori nulla è cambiato. Qualcuno dovrà quindi essere chiamato a spiegare il perché non solo agli organi sovracomunali, ma anche, eventualmente, a quelli interni che l’amministrazione sembra aver voluto riassettare, forse per permettergli di lavorare meglio. L’esempio riguarda il recente riassetto dell’Upd che nella nuova composizione dovrebbe poter intervenire più puntualmente qualora si dovessero avviare procedimenti disciplinari interni.
Tornando alla questione proroghe, una volta che si definirà il caso Tpl, a Cori si dovrà forse intervenire anche sul piano dei Servizi sociali e della mensa.
Nel frattempo la minoranza chiede al sindaco De Lillis «di fornire chiarimenti in merito a questa situazione» e all’Anac di «verificare la regolarità dell’affidamento e l’eventuale mancato rispetto delle indicazioni fornite nel 2020».