Con la stessa sfrontatezza con cui, negli ultimi mesi, hanno compiuto pestaggi e minacce armati di pistole per regolare i conti con i cattivi pagatori, oppure vendicare i recenti atti intimidatori, i pusher del gruppo di giovani emergenti che controlla la piazza di spaccio delle case Arlecchino hanno reagito con una rappresaglia contro chi sta ostacolando i loro interessi illeciti. Si è vissuta infatti una notte di tensione, tra sabato e domenica nella zona di via Guido Rossa, quando i gregari del sodalizio criminale hanno compiuto un attacco contro le forze di polizia e contro gli inquilini che si oppongono alle attività illecite.
La reazione sovversiva si è consumata prima di mezzanotte, quando una pattuglia dei carabinieri della Sezione Radiomobile era ferma davanti all’ingresso della chiesa della parrocchia Santa Rita, quindi sul lato opposto della strada, per un posto di controllo pianificato nell’ambito dei servizi di vigilanza disposti dopo gli ultimi episodi. Dai palazzi “Arlecchino” si è levato l’urlo di un uomo che ha insultato i militari con frasi del tipo «Carabinieri di m... andate via, andate a fare in c...». Pochi istanti dopo, nel buio che circonda uno dei condomini, qualcuno ha lanciato tre o quattro bottiglie di vetro verso la pattuglia, senza colpire i militari né la vettura di servizio. Un grave quanto inquietante attacco nei confronti dell’Arma che ha operato diversi arresti in quella zona nei mesi scorsi, un gesto firmato probabilmente da qualcuno che si trovava nell’edificio del civico 10, lo stesso dove una settimana prima era esplosa una bomba prima dell’alba e soprattutto dove i carabinieri avevano denunciato, per possesso di droga, un pusher di 25 anni sospettato di essere uno dei gregari del sodalizio emergente, e soprattutto avevano trovato e sequestrato a carico di ignoti tre pistole e munizioni nascoste in un locale condominiale.
Poco più tardi invece è arrivato l’attacco nei confronti dei residenti di un altro edificio che in queste settimane hanno cercato di contrastare lo spaccio con iniziative, come la cura dei cortili dove gli spacciatori nascondevano la droga tra le piante, oppure come l’installazione di fari dalle finestre e dal tetto per illuminare il cortile circostanze, dove i pusher si muovevano approfittando del buio creato rompendo tutti i lampioni. Sembra quindi un chiaro gesto intimidatorio contro gli inquilini il lancio di una molotov all’interno dell’androne delle scale del civico 6 che ha innescato un principio d’incendio con una bottiglia incendiaria confezionata con alcolici, presumibilmente whisky. Un fatto singolare, che collega questo episodio a quello consumato la notte prima, con la stessa modalità, per colpire la finestra di un bar del centro commerciale Latinafiori. Il rogo si è spento da solo, ma sono intervenuti i vigili del fuoco per le operazioni di bonifica, poi sono intervenuti i poliziotti di Squadra Volante e Squadra Mobile per le indagini del caso, mentre la scientifica ha effettuato un accurato sopralluogo. Ha voluto compiere un sopralluogo anche Luigia Spinelli, Procuratore di Latina.