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Il fatto

Omicidio di Antonietta Rocco, sequestrata la lavatrice dell'ex badante 

Sopralluogo in casa dell'indiziata Sabrina Dal Col, la Polizia cerca tracce di sangue della vittima nell’ipotesi che la donna abbia lavato gli indumenti dopo il delitto

Omicidio di Antonietta Rocco, sequestrata la lavatrice dell'ex badante 
L’indagine sull’omicidio di Antonietta Rocco, la donna di 63 anni uccisa con uno o più fendenti al collo, non si è conclusa con il fermo di Sabrina Dal Col, l’ex badante di 52 anni indiziata del delitto scoperto venerdì mattina. Gli investigatori hanno continuato a raccogliere elementi di prova per consolidare il quadro indiziario a carico della sospettata. Nelle ore successive al fermo, vale a dire nel corso della giornata di sabato, i poliziotti del vice questore Giuseppe Lodeserto hanno passato al setaccio proprio l’abitazione di Sabrina Dal Col con l’intervento della scientifica. Il sopralluogo infatti è stato effettuato con l’obiettivo di cercare possibili tracce utili all’indagine, come gocce di sangue della vittima che devono essere rimaste addosso al suo assassino, magari sugli abiti che indossava al momento dell’omicidio.

Le attenzioni degli investigatori si sono concentrate sulla lavatrice presente in casa della donna sottoposta a fermo. L’elettrodomestico infatti è stato sequestrato per essere analizzato in cerca di tracce organiche della vittima, vagliando quindi l’ipotesi che la donna sospettata di avere commesso l’omicidio abbia lavato gli indumenti sporchi di sangue. Se fosse vero, non è escluso che la lavatrice possa avere trattenuto alcune particelle di sangue al suo interno. Anche e soprattutto perché chi ha ucciso Antonietta Rocco deve essersi sporcato del suo sangue, come testimoniano le scie rimaste sul pavimento all’interno della casa di via Muzio Scevola che ha fatto da scenario all’omicidio, consumato probabilmente tra il pomeriggio e la sera di giovedì. Questo ed altri aspetti saranno chiariti dall’autopsia.

In ogni caso continua il lavoro degli investigatori, sempre con il coordinamento della Procura, per definire il quadro indiziario sul quale poggia le basi il provvedimento di fermo emesso nei confronti di Sabrina Dal Col. L’arma finora non è stata trovata, ma i poliziotti hanno trovato una serie di oggetti e monili in casa dell’indagata, riconducibili alla vittima, ovvero spariti dal suo appartamento. Sul movente sono ancora poche le certezze degli inquirenti, ma il contesto di rancore per il rapporto lavorativo intercorso tra le parti, sembra fornire una serie di spunti, sebbene la ferocia con la quale è stato commesso l’omicidio appare comunque eccessiva.
Fatto sta che un contesto di dissidi non chiariti e la conclusione del rapporto di lavoro, rientrano in una logica plausibile dietro un’azione omicidiaria simile, più di una rapina finita nel sangue. Un ladro, per quanto inesperto, non avrebbe bisogno di uccidere una donna indifesa come Antonietta Rocco, quasi completamente cieca e non autosufficiente, per svaligiare la sua casa, soprattutto tenendo conto che l’aspetto modesto dell’abitazione e l’assenza di oggetti di valore non la rendevano un obiettivo appetibile.

A incastrare l’ex badante, comunque, sarebbero state alcune frasi che la donna si sarebbe lasciata scappare nelle ore immediatamente successive alla sua convocazione in Questura nella giornata di venerdì, mentre era intercettata durante le conversazioni con i propri familiari.
 

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