L’inchiesta è chiusa. La Procura ha chiuso le indagini nei confronti del 30enne, residente vicino Latina, arrestato lo scorso agosto per revenge porn, atti persecutori e accesso abusivo al sistema informatico. Era finito in carcere ed era tornato in libertà a seguito dell’interrogatorio davanti al gip.
Attualmente il presunto responsabile è sottoposto alla misura restrittiva del braccialetto elettronico e il magistrato ha imposto il divieto di avvicinamento nei confronti della parte offesa che lo aveva denunciato. E’ assistito nel procedimento penale dall’avvocato Silvia Perciballe. Il fascicolo però da Latina passa ad un’altra Procura che ha la competenza territoriale, perché all’epoca dei fatti l’uomo non era ancora residente in provincia di Latina. La vicenda era venuta alla luce alcuni mesi fa quando in base a quanto è emerso il 30enne era entrato sul profilo della sua ex su TikTok, aveva anche cambiato la password e aveva diffuso le foto di lei in biancheria intima.
Questo episodio era stato registrato a giugno. Era stata una vendetta. La parte offesa quando aveva fatto la scoperta aveva chiesto l’esercizio dell’azione penale presentando una denuncia ai Carabinieri ed era scattata l’indagine che aveva portato al suo ex che non accettava la fine della relazione con la donna. Tra le altre accuse contestate anche una serie di minacce di morte e l’invio di quasi 20 messaggi in un giorno al cellulare della vittima. I fatti contestati dalla Procura sono andati avanti fino a luglio e sono iniziati a partire da febbraio.
Gli inquirenti avevano ritenuto la misura del carcere come la più idonea alla luce delle condotte contestate. Lo scorso 8 agosto si era svolto l’interrogatorio e il gip aveva rimesso in libertà il giovane con l’obbligo di dimora lontano dal luogo dove erano avvenuti i fatti contestati. Nelle carte dell’inchiesta era finita l’immagine della ragazza in intimo sui social network, i vocali e la chat con il relativo testo dei messaggi e le minacce. Oltre a stalking e revenge porn, il pm ipotizza l’accesso abusivo al sistema informatico proprio perché il 30enne era entrato sul profilo social della sua ex.