Cerca

Il caso

Orecchio staccato, c'è il giudizio immediato: processo a dicembre

Inchiesta chiusa per gli imputati Mastracci e Tornese. Contestato il reato di deturpazione del viso

Orecchio staccato, c'è il giudizio immediato: processo a dicembre

La Procura di Latina ha esercitato l’azione penale e il gip del Tribunale di Latina ha disposto il giudizio immediato per Gianfranco Mastracci, 40 anni di Latina e Alex Tornese, 24 anni, anche lui del capoluogo, ritenuti i presunti responsabili di una aggressione avvenuta la notte del 2 aprile scorso in casa di un pusher che era agli arresti domiciliari a cui era stato staccato l’orecchio.  Il reato ipotizzato è deturpazione del viso con lesioni permanenti. La prima udienza è fissata a dicembre. Le indagini erano state coordinate dal pubblico ministero Marco Giancristofaro che alla luce dei riscontri raccolti  ha chiesto al gip Giuseppe Cario il rito immediato, un giudizio previsto dal codice quando c’è l’evidenza della prova.  

Mastracci era latitante da 20 giorni  e si era costituito  in carcere a Rebibbia, alcuni giorni prima  era stato arrestato il complice Alex Tornese, il cui ruolo in base a quanto è emerso nel corso delle indagini  era stato quello  di esca per entrare all’interno dell’appartamento di via San Carlo da Sezze.  Subito dopo i fatti la Polizia aveva indirizzato le indagini verso una pista  precisa.

In base a quanto è emerso Mastracci aveva staccato a morsi un pezzo del padiglione auricolare destro e  la vittima aveva reagito sferrando - come riferito  e riportato nelle carte dell’inchiesta - alcuni fendenti con un coltello da cucina.  In poco tempo gli agenti della Squadra Mobile di Latina, coordinati dal dirigente Giuseppe Lodeserto,  avevano chiuso il cerchio sui presunti responsabili.  A seguito dell’emissione dell’ordinanza di custodia cautelare, la difesa di Alex Tornese, aveva impugnato il provvedimento restrittivo e il Tribunale del Riesame aveva rigettato il ricorso mantenendo inalterate le esigenze cautelari. Era stato chiesto l’annullamento dell’ordinanza e in subordine la riforma o la sostituzione della misura con un’altra meno afflittiva come quella degli arresti domiciliari ma il quadro era rimasto immutato.  

Nei confronti del 23enne la Procura contesta il concorso nel reato di deformazione dell’aspetto della vittima attraverso lesioni permanenti al viso. Gli investigatori sono convinti che a suonare al campanello  della porta dell’appartamento sia stato appunto Tornese. Nel corso dell’interrogatorio di garanzia che si era svolto in carcere davanti al magistrato, Mastracci era rimasto in silenzio e si era avvalso della facoltà di non rispondere. A seguito dell’episodio che si era verificato nell’appartamento e della brutale aggressione,  la risposta investigativa degli agenti della Questura era stata immediata.  I due imputati sono difesi dagli avvocati Alessia Vita, Sandro Marcheselli, Stefano Iucci.  

Edizione digitale

Sfoglia il giornale

Acquista l'edizione