Il fatto
28.09.2025 - 13:30
Gli investigatori della Polizia stanno ricostruendo nei minimi dettagli i movimenti compiuto da Sabrina Dal Col, la badante di 52 anni finita in carcere con l’accusa di avere ucciso Antonietta Rocco, la 63enne che aveva accudito nel corso dell’estate per sopperire l’assenza, per ferie, della badante principale.
In particolare i detective della Questura stanno analizzando gli spostamenti che l’indagata ha compiuto nelle ore successive all’omicidio. Nell’ambito dell’inchiesta coordinata dal sostituto procuratore Martina Taglione sono stati acquisiti anche i filmati registrati dall’impianto di video sorveglianza del Bingo dove la donna si recava spesso per giocare e si era recata anche la mattina in cui è stata fatta la scoperta del corpo senza vita nella casa di via Muzio Scevola, a Campo Boario.
Le investigazioni dei poliziotti della Squadra Mobile sono finalizzate a ricostruire i movimenti della donna indagata rispetto al momento in cui si è diffusa la notizia della scoperta del cadavere e durante i contatti col marito, che quella mattina si era presentato in via Muzio Scevola col chiaro intento di acquisire informazioni sull’evoluzione dell’indagine, ma così facendo aveva indirizzato i sospetti degli investigatori verso l’ex badante.
I filmati inoltre potrebbero tornare utili per documentare la presenza della ferita sulla mano che, secondo i sospetti degli investigatori, Sabrina Dal Col si sarebbe procurata durante il ferimento mortale di Antonietta Rocco, mentre lei sostiene di essersi fatta in maniera accidentale in contesto domestico. Fatto sta che, secondo una prima ricostruzione all’esito dei sopralluoghi effettuati, gli inquirenti ipotizzano che Antonietta Rocco era stata uccisa la sera prima del ritrovamento, che risale invece alle ore 9 circa della mattina di venerdì 19.
Nel frattempo non si sono esaurite ancora le ricerche dell’arma del delitto, una lama di grandi dimensioni, forse un grosso coltello o addirittura un machete come ipotizzato dagli stessi inquirenti. Comunque un’arma che ha consentito di provocare una lesione molto importante al collo della vittima, una ferita che non le ha lasciato scampo e l’ha uccisa in pochi istanti. Mentre il movente sembra trovare una spiegazione nell’astio che si era creato tra l’ex badante e la famiglia della vittima, per le prestazioni lavorative insoddisfacenti.
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