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Le reazioni

Condanna di Sodano, il padre di Desirée: Soddisfatti della sentenza

Maria Pia, la sorella di Nicoletta Zomparelli: adesso è finita un'agonia

Strage di Cisterna, Sodano condannato all'ergastolo

«Sì, sono soddisfatto della sentenza. Ci interessava che prendesse l’ergastolo e ha preso l’ergastolo». Da una manciata di minuti è uscita la sentenza di condanna per Christian Sodano. L’aula lentamente si svuota. Fuori in piazza Bruno Buozzi ci sono i giornalisti che aspettano Giuseppe Amato, il padre di Desirèe, e Renèee, marito di Nicoletta. Ha seguito tutte le udienze. Il carcere a vita è quello che si aspettava. All’uscita dal Tribunale commenta la decisione dei giudici. Poche parole ma cariche di significato. «Va bene così», aggiunge alle domande dei cronisti che lo attendono all’esterno dell’ufficio giudiziario. Nei giorni scorsi Giuseppe Amato aveva detto che Sodano doveva marcire in galera. Aveva aggiunto inoltre: «Cerchiamo di sopravvivere» parlando del periodo che sta vivendo insieme alla figlia. Desirée accompagnata e protetta da un’amica è andata via da un’altra uscita. Era molto turbata.

Maria Pia, la sorella di Nicoletta Zomparelli è ancora scossa, anche i suoi occhi sono solcati dal dolore. «Purtroppo non è stata riconosciuta la premeditazione, abbiamo lo stomaco sottosopra, adesso ci dobbiamo calmare e isolarci per metabolizzare questa cosa. E’finita l’agonia, l’ergastolo gli è stato dato e speriamo che sia un ergastolo vero e proprio». Nel corso delle precedenti udienze i familiari avevano chiesto giustizia. Il nonno di Desirèe aveva più volte sottolineato che il vero ergastolo è quello che hanno subito loro. «Mi chiedo come possa presentarsi in aula. Che è venuto a fare qui? Per farci soffrire ancora di più?», aveva detto nel corso dell'udienza riferendosi a Sodano.

Al termine del processo l’avvocato Nicodemo Gentile che rappresenta il Comune di Cisterna ha messo in evidenza un aspetto. «Ci auguriamo che la Corte d’Assise di Latina acceda al ragionamento e accolga che stiamo parlando di un femminicidio in vita, in diretta. Desirèe è stata punita alla morte psicologica, lei lo voleva lasciare e lui ha riprodotto lo stesso dolore che diceva di provare - ha dichiarato l’avvocato Gentile - questa è una formula raffinata, subdola ed è stata motivata da spirito punitivo». Interviene l’Associazione Insieme a Marianna che commenta la sentenza. «Come parte civile abbiamo preso parte al processo come parte civile al fianco di Desirèe Amato e dei suoi familiari per contribuire ad accertare la penale responsabilità dell’imputato e per vedere riconosciuta la lesione dei propri fini statutari. L’estate di sangue, appena trascorsa, mostra con evidenza quanto sia importante il ruolo delle Associazioni a tutela delle donne, sia sul piano della prevenzione che sul piano processuale». E’ quello che dichiarano le avvocate Felicia D’Amico e Benedetta Manasseri dell’Associazione.

«Era possibile e prevedibile la condanna dell’ergastolo, è stata esclusa la premeditazione, aspettiamo di leggere le motivazioni che saranno depositate tra novanta giorni», ha detto l’avvocato Lucio Teson che insieme al collega Leonardo Palombi difende Sodano.

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