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Il fatto

Villa al posto della falegnameria, il Tar bacchetta duramente il Comune sugli atti negati

L'amministrazione di Cori era stata invitata a depositare una serie di documenti per l'udienza al Tar sulla villa abusiva del marito della presidente del consiglio

Villa al posto della falegnameria, il Tar bacchetta duramente il Comune sugli atti negati

Per il momento potrebbe essere "solo" una figuraccia. La documentazione depositata al Tar dall’amministrazione comunale di Cori, in merito all’abuso edilizio che ha portato alla realizzazione di una villa abusiva al posto di un opificio da falegname, è carente.

O meglio, è stata «depositata in giudizio, tardivamente, una relazione a firma di un funzionario comunale: non corredata da allegati, in essa solo richiamati; non adeguatamente perspicua quanto alle conclusioni raggiunte, fra l’altro, sulla data di conseguimento (se anteriore o posteriore all’inizio dei lavori), da parte del ricorrente, dell’autorizzazione paesaggistica e dell’autorizzazione sismica».

Tanto basta al collegio del Tar per arrivare ad una censura piuttosto dura nei confronti del Comune di Cori e a dover ricordare che è prerogativa e potere del collegio desumere argomenti di prova   dal comportamento delle parti durante il processo, lasciando intendere che forse, ulteriori mancanze non saranno tollerate.

La censura riguarda il mancato deposito di documenti ritenuti fondamentali per il giudizio, ma anche atti che indichino la posizione della stessa amministrazione in merito all'abuso visto che peraltro non si è costituita in giudizio per difendere una ordinanza volta a ripristinare la legalità in paese. L'opposizione attacca e conferma i dubbi sull'operato svolto in questi anni dagli Uffici e dalla Polizia locale. Si tornerà al Tar il 10 febbraio.

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