Il fatto
08.10.2025 - 10:30
Accolta la richiesta dei familiari di Matteo Pietrosanti, il giovane calciatore di 15 anni di Bassiano, morto per un malore sul campo di calcio D’Annibale a Priverno il pomeriggio del 3 marzo del 2022. Sarà processato il prossimo 28 maggio - davanti al giudice monocratico del Tribunale di Latina - un uomo di 50 anni di Priverno nei cui confronti viene contestato il reato di omicidio colposo. Disposto dal gip Barbara Cortegiano il giudizio immediato chiesto dal pubblico ministero Giuseppe Miliano.
«Nella qualità di concessionario dell’impianto sportivo (giusta convenzione con il Comune di Priverno del 6 agosto del 2018), nonchè presidente pro tempore della Asd Priverno Antonio Palluzzi, società nella quale il giovane era tesserato - è riportato nelle carte dell’inchiesta - per negligenza e imprudenza consistite nell’omettere di dotare l’impianto di defibrillatori automatici e semiautomatici, omettendo - è riportato nel capo di imputazione -l’adempimento alle prescrizioni gravanti sulle società ed associazioni dilettantistiche, cagionava la morte di Matteo Pietrosanti, avvenuta nel corso di un allenamento all’interno dell’impianto sportivo a seguito di un’ insufficienza cardiaca terminale, una morte evitabile - è la conclusione degli inquirenti - se fosse stato utilizzato tempestivamente il defibrillatore e comunque, entro un massimo di quattro minuti da quando ha avuto il malore».
Il padre, la madre e il fratello del ragazzo stroncato da un malore improvviso su un campo di calcio, assistiti dagli avvocati Angelo e Daniela Fiore, si erano opposti alla richiesta di archiviazione.
Avevano chiesto di approfondire i fatti di quando era avvenuta la tragedia e avevano contestato omissioni e negligenze durante la fase dei soccorsi.
Il ragazzo - in base alla ricostruzione emersa - cade a terra alle 17,58 e alle 18,19 viene utilizzato dai medici del 118 il primo defibrillatore. In un primo momento era stato il giudice per le indagini preliminari Mario La Rosa a disporre nuove indagini, subito dopo la Procura aveva chiesto l’archiviazione. Il procedimento penale dove era stato contestato l’omicidio colposo era contro ignoti poi nel corso degli ulteriori sviluppi il corso dell’inchiesta è cambiato.
Adesso il gip ha accolto la richiesta della Procura. Tra le fonti di prova raccolte dai Carabinieri, l’acquisizione della documentazione sanitaria, le testimonianze delle persone informate sui fatti, le indagini della Polizia giudiziaria, insieme alle consulenze medico legali.
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