Il fatto
15.10.2025 - 08:30
Avrà sì e no 30 anni la ragazza che in aula, davanti al Tribunale di Latina, racconta di come il suo ex per mesi l’ha perseguitata, letteralmente, minacciata, costretta ad avere rapporti sessuali dietro minacce del tipo «ti faccio uscire il cervello». Risponde alle domande del sostituto procuratore Giuseppe Bontempo in modo preciso, sapendo che è lì per avere giustizia contro ciò che ha subito tra la fine del 2021 e i primi mesi del 2022 ma, forse, sta contribuendo a dare giustizia anche alle altre, quelle che non ce la fanno a denunciare.
Ieri mattina nel dibattimento a carico di un giovane del capoluogo la vittima ha ripercorso quei mesi: «Non voleva che avessi amici maschi, controllava sui social se lasciassi like sotto al post di qualche amico e mi redarguiva; mi ha seguito molte volte con l’auto mentre andavo al lavoro, tanto che alcuni giorni mi sono fatta accompagnare da mia madre; e mi ha seguito, una sera, anche mentre tornavo a casa; dovevo tenere il telefono sempre acceso in modo che potessi rispondergli a qualunque ora del giorno e della notte e mi diceva che se non gli avessi risposto avrebbe spaccato tutto; ha continuato a mandarmi messaggi perché tornassimo insieme; un giorno, nella primavera del 2022, mi ha parlato della sua ex ragazza, mi ha detto che lo aveva denunciato per stalking e che era una bugiarda ma io leggendo quelle carte mi sono resa conto che ciò che era scritto lì dentro era esattamente quel che stava succedendo a me; ho saputo che dopo qualche mese dalla fine della nostra storia si è fidanzato con un’altra donna e anche lei lo ha denunciato per atti persecutori».
Alla lunga deposizione della parte offesa ha fatto seguito quella della madre della vittima che ha confermato le persecuzioni cui ha assistito direttamente e il fatto che il giovane avesse una vera e propria ossessione perché non voleva assolutamente che il rapporto sentimentale finisse. Più volte ha detto alla giovane donna ora parte civile nel processo: «Ti faccio uscire il cervello, ti spacco la testa, non sai di cosa sono capace io quando mi arrabbio».
L’imputato avrebbe riferito che il rapporto precedente era finito perché la sua ex lo tradiva con altri mentre è emerso che anche in quella storia sentimentale c’erano state minacce e atteggiamenti persecutori trasposti in una denuncia ai carabinieri di Latina e che ora fungono da ulteriore prova del carattere del giovane e del suo ripetuto atteggiamento violento.
La pubblica accusa ha prodotto al Tribunale anche alcune schermate dei messaggi arrivati sul telefono della parte offesa e una serie di chiamate effettuate con numeri di telefono diversi da quelli registrati. Lo stalking è durato diversi mesi, fino a quando la ragazza ha deciso di presentare un esposto dettagliato ai carabinieri di Latina indicando anche numerosi testimoni, tra cui amiche e vicini di casa.
Questi ultimi avevano assistito, in particolare, ad una scenata di gelosia un giorno in cui aveva cercato di farsi aprire per entrare a casa della sua ormai ex fidanzata, minacciando di buttare giù la finestra. Il processo è stato aggiornato per completare l’escussione dei testimoni della pubblica accusa e della difesa.
Edizione digitale
I più recenti
Ultime dalla sezione