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L’operazione

Dettava legge nello spaccio in zona pub

In carcere l’ex gestore di un locale, stando a un’inchiesta del 2022 ambiva al controllo della droga nel quartiere

Dettava legge nello spaccio in zona pub

Un’indagine della Squadra Mobile di tre anni fa aveva fatto emergere il nome di Alessandro Maragno, latinense di 36 anni, con un ruolo di primo piano negli ambienti dello spaccio latinense, ma per lui l’arresto è scattato solo ieri, destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere che in precedenza era stata rigettata (per lui e gli altri indagati) perché chiesta a distanza di un lasso di tempo ritenuto troppo ampio dal giudice per le indagini preliminari. A rendere attuali le esigenze cautelari è stato un controllo di inizio settembre, quando i poliziotti del commissariato di Cisterna hanno trovato nella sua disponibilità tre pistole scacciacani modificate per sparare proiettili veri e non a salve.

Nel frattempo Alessandro Maragno si era trasferito nella periferia di Cisterna, ma a quanto pare non aveva cambiato vita, sebbene avesse modificato i propri interessi. Quando avevano indagato sul suo conto, tra il maggio e il settembre del 2022, gli investigatori della Questura avevano scoperto e documentato che gestiva una fiorente attività di spaccio, promossa anche con l’ambizione di creare una sorta di monopolio nella zona dei pub, dove tra l’altro fino a qualche mese fa gestiva un locale nella parte finale di via Neghelli, nel tratto più vicino a viale XVIII Dicembre, quindi una zona più appartata rispetto al resto del quartiere della movida e per questo più propizia per la vendita della droga tra i consumatori di stupefacenti che frequentano i locali notturni.

L’indagine era nata in seguito al sequestro di armi e droga trovati in casa di un ragazzo di Latina Scalo, Stefano Barroccu, ora ventinovenne, nel frattempo condannato a quattro anni di reclusione per il materiale che nascondeva, ossia 70 grammi di cocaina, 615 grammi di hascisc, 184 grammi di marijuana, tremila euro in contanti, due pistole calibro 7,65 e calibro 22 short, un fucile e numerose cartucce, tutte armi di provenienza illecita. I poliziotti erano arrivati in quell’abitazione perché indagavano sul padre del giovane, ora pensionato, ma all’epoca dipendente dell’ufficio anagrafe del Comune di Latina, sospettato di episodi di corruzione.

I successivi approfondimenti investigativi avevano consentito di scoprire che le armi erano state affidate loro, per essere custodite, proprio da Alessandro Maragno., già arrestato all’inizio di luglio del 2020 proprio per detenzione di pistole clandestine. E proprio monitorando quest’ultimo, gli investigatori avevano accertato il suo attivo coinvolgimento nello spaccio di droga. «Nel corso delle intercettazioni, il 36enne non solo rivendicava la proprietà delle armi sequestrate al pubblico ufficiale, ma si mostrava particolarmente adirato per il fatto che questi, anziché limitarsi a custodirle per suo conto, si era messo a “mostrarle”, dimostrandosi inaffidabile. Ancora, nelle intercettazioni, emerge il calibro criminale, quale spacciatore, del 36enne, indicato come gestore in regime di “monopolio” dello spaccio nella via dei pub» spiega la Questura attraverso una nota ufficiale.

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