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L'operazione dei carabinieri

La propaganda jihadista con foto e video su Tik Tok

Un tunisino radicalizzato si era trasferito da qualche mese a Latina

La propaganda jihadista con foto e video su Tik Tok

Un’indagine dei Carabinieri in ambito nazionale ha permesso di scovare e arrestare uno straniero che utilizzava i social network per promuovere il terrorismo jihadista. Da qualche mese si era trasferito nella periferia di Latina, dov’è stato monitorato dai militari del Reparto Operativo di Latina fino al suo arresto, scattato nella giornata di ieri.

Alla luce del lavoro svolto dal Ros, il Raggruppamento Operativo Speciale dei Carabinieri, gli inquirenti del Dipartimento Terrorismo e reati contro la Personalità dello Stato della Procura di Roma hanno chiesto e ottenuto una misura cautelare disposta del Tribunale capitolino nei confronti di trentunenne di nazionalità tunisina, indiziato del reato di istigazione a delinquere aggravato dall’apologia del terrorismo e dell’uso di strumenti informatici o telematici.

L’indagine è scaturita dagli approfondimenti investigativi sviluppati dal Ros nell’ambito di un’attività di web patrolling, letteralmente il pattugliamento della rete internet, che ha portato all’individuazione di un account social della piattaforma Tik Tok dai marcati contenuti jihadisti.

Tra le condivisioni più frequenti, locandine e nasheed jihadisti diffusi dagli organi mediatici dell’organizzazione terroristica denominata Stato Islamico, ma anche video e immagini celebrativi dei combattenti di SI, del martirio e di mujaheddin caduti in battaglia, discorsi di predicatori takfiristi-jihadisti.

L’utilizzatore del profilo è stato identificato nel trentunenne tunisino indagato, risultato particolarmente attivo nella pubblicazione e diffusione di materiale audio-video di natura jihadista.

Dallo sviluppo delle attività tecniche è inoltre emerso che l’indagato prima di tutto mostra un profilo ideologico religioso fondamentalista, implicato in un processo di radicalizzazione in chiave islamista.

Tra l’altro conduce una vita solitaria, riducendo all’essenziale le sue relazioni sociali e versa in difficoltà economiche, pur avendo una regolare attività lavorativa.

Ad aggravare la sua posizione, motivando il pericolo sul suo processo di radicalizzazione, è anche il suo stile di vita prudente e riservato nelle comunicazioni. Insomma, dietro la pubblicazione e diffusione del materiale di marcata ispirazione jihadista e dal chiaro contenuto apologetico, si nasconde il profilo di un soggetto profondamente pericoloso.

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