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Il fatto

Corruzione, l'ex giudice Castriota chiede nuovamente di patteggiare

L'udienza a Perugia. La richiesta è di tre anni sia per lei che per Ferraro

Caso Castriota, attesa per il riesame. Intanto Stefania Vitto lascia gli incarichi

Il gip Giorgia Castriota

Chiede nuovamente di patteggiare la pena l’ex giudice del Tribunale di Latina Giorgia Castriota imputata per il reato di corruzione nel processo che si sta svolgendo in Tribunale a Perugia (competente per i reati che vedono come imputati o parti offese i magistrati). Ieri - davanti al Collegio Penale del Tribunale del capoluogo umbro - l’ex gip ha presentato la richiesta come aveva fatto davanti al gup: tre anni. In quell’occasione era stata respinta. E’ la stessa richiesta presentata anche da Silvano Ferraro mentre per Stefania Vitto, la terza imputata, la richiesta di patteggiamento è più bassa. Sarà il Tribunale a decidere se accogliere o meno la richiesta presentata dagli imputati: in aula si torna il prossimo 17 novembre.

A distanza di due anni e mezzo da quando nell’aprile del 2023 erano state eseguite le misure restrittive, il processo potrebbe chiudersi con l’accoglimento della richiesta e di conseguenza con un rito alternativo, oppure in caso di rigetto potrebbe iniziare il dibattimento. Secondo le indagini condotte dalla Procura di Perugia e dai finanzieri del Comando provinciale di Perugia, l’ex gip avrebbe ricevuto somme di denaro e regali da alcuni amministratori giudiziari nominati dal magistrato per gestire società finite sotto sequestro. Era stata stralciata la posizione di Stefano Evangelista; per lui c’è la messa alla prova.

Sono diverse le parti civili che si sono costituite: la Presidenza del Consiglio dei ministri, il Ministero della Giustizia, rappresentati dall’Avvocatura dello Stato, la richiesta di costituzione di parte civile era stata presentata dall’imprenditore Fabrizio Coscione che aveva denunciato i fatti e da cui era iniziata l’inchiesta. «Avrebbe nominato e agevolato il conferimento degli incarichi a persone con cui intratteneva rapporti personali consolidati», è quanto si legge nelle carte dell’inchiesta in merito alle condotte dell’ex giudice. Il professionista Ferraro con cui l’ex magistrato ha avuto una rapporto sentimentale era ritenuto - secondo quanto ipotizzato - l’anello di congiunzione e ricopriva un ruolo chiave. Nell’inchiesta coordinata dal Procuratore di Perugia Raffaele Cantone e condotta dal pm Gennaro Iannarone, era stata coinvolta anche Stefania Vitto, imprenditrice nel ramo del pet food. «Aveva accettato la nomina ad amministratore delle società, ha pienamente aderito al patto corruttivo». Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Paolo e Leone Zeppieri, Gian Luca Tognozzi, Giulio Liscio, Salvatore Volpe, Umberto Sanzari. Attualmente l’ex giudice è sospeso dalla magistratura. In un'intervista a La Presse aveva sostenuto che non vi era: «Nessuna traccia di soldi o regali a mio favore».

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