La nuova campagna olearia 2025/2026 nel territorio pontino si apre con un segno meno sulla quantità, ma con un segno più sulla qualità. È quanto emerge dall’analisi della Coldiretti Latina, che segnala un calo produttivo del 44% nelle colline pontine rispetto allo scorso anno, ma una qualità dell’olio extravergine giudicata eccellente, frutto di un lavoro attento e di un forte impegno da parte delle imprese agricole e dei frantoi locali.
Secondo le stime, nella provincia di Latina saranno prodotte circa 1.300 tonnellate di olio, a fronte di 11.500 tonnellate di olive molite, con una resa media dell’11%. Dodici mesi fa, la produzione aveva superato le 2.200 tonnellate, con oltre 19mila tonnellate di olive trasformate. Una flessione evidente, che però non compromette l’elevato standard qualitativo dell’extravergine pontino, da sempre considerato tra i migliori d’Italia.
Le cause del calo produttivo sono riconducibili soprattutto agli effetti dei cambiamenti climatici, con l’alternarsi di ondate di caldo estremo e periodi di siccità che hanno inciso sulle rese e sulla maturazione dei frutti. «È stata una campagna impegnativa – spiega Daniele Pili, presidente di Coldiretti Latina – ma i frantoi e le aziende olivicole hanno dimostrato grande professionalità, garantendo un prodotto di altissimo livello. I volumi sono ridotti, ma la risposta in termini di qualità è straordinaria».
Nell’areale pontino, che conta oltre 16.500 ettari di oliveti, domina la cultivar Itrana, base della DOP “Colline Pontine”, tra le denominazioni più prestigiose del centro Italia. Accanto ad essa si trovano anche le varietà Leccino e Frantoio, mentre spicca la presenza dell’Oliva di Gaeta DOP, riconosciuta per la sua unicità. Il risultato è un olio dal colore verde intenso con riflessi dorati, profumo elegante e gusto equilibrato, che unisce tradizione e innovazione produttiva.
Per garantire stabilità e prospettive al comparto, Pili individua una priorità chiara: investire sulle infrastrutture idriche. «Occorre accelerare sugli invasi, sui sistemi di accumulo e pompaggio, sull’irrigazione efficiente e su una gestione più oculata della risorsa idrica – afferma –. Sono scelte strategiche che possono assicurare continuità alle imprese agricole, sempre più esposte agli effetti del clima e alla scarsità d’acqua». Il calo produttivo non riguarda soltanto la provincia di Latina, ma l’intera regione.
A livello complessivo, il Lazio segna una contrazione media del 40%, con una produzione stimata in 8.600 tonnellate di olio a fronte di 78.500 tonnellate di olive molite.La provincia di Viterbo è la più colpita (–50%, circa 2.700 tonnellate), seguita da Roma (–40%, 2.570 tonnellate). Latina si colloca al terzo posto, davanti a Frosinone (–45%, 1.130 tonnellate) e Rieti (–40%, 950 tonnellate).
Nonostante il quadro complessivo di difficoltà, Coldiretti ribadisce l’importanza di valorizzare l’identità territoriale e la tracciabilità del prodotto, anche come risposta al mercato e alle crescenti preoccupazioni dei consumatori.«Serve maggiore trasparenza lungo la filiera, con controlli più rigorosi contro le frodi e sistemi di tracciabilità puntuali – conclude Pili –. Solo così possiamo difendere il vero olio extravergine pontino, garantendo qualità, origine e giusto reddito ai produttori».