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Il fatto

Insulti al deputato che incassò il bonus

Un operaio del capoluogo scrisse gravi minacce in chat contro Marco Rizzone, che ieri è stato  sentito in Tribunale

Insulti al deputato che incassò il bonus
Un operaio del capoluogo, attivista del Movimento Cinque Stelle rischia di essere condannato per diffamazione a mezzo stampa per una frase minatoria scritta in chat nell’agosto del 2020 e destinata ad uno dei leaders dello stesso partito. La parte offesa è l’ex onorevole Marco Rizzone, eletto in Liguria, che nel 2020 presentò domanda di accesso al bonus da 600 euro destinato ai titolari di partita Iva che avevano avuto una diminuzione del reddito in conseguenza della pandemia da covid 19.
Quando la notizia fu riportata dai principali quotidiani nazionali si scatenò l’ira degli iscritti al Movimento e in una chat di attivisti nella quale era presente anche Rizzone si susseguì una sequela di insulti. Tra cui quello dell’operaio pontino che scrisse: «sei un pezzo di m..., figlio di pu...., domani ti devi svegliare freddo. E dopo ti devono vestire in quattro. Miserabile. Rotto in c....».
Perché tanto livore? Perché Rizzone in quel momento era deputato e dunque aveva un ragguardevole reddito, pertanto quel bonus da 600 euro era un’opportunità cui avrebbe potuto rinunciare. O quantomeno poteva evitare di presentare la domanda di beneficio. Ieri l’ex parlamentare è stato sentito in Tribunale e ha riposto sia alle domande del pubblico ministero che a quelle del difensore dell’imputato, l’avvocato Francesco Di Ciollo, ed ha ammesso che tutta la chat lo ha insultato in modo pesante non solo l’imputato di Latina. «C’erano oltre duecento iscritti e ci fu una vera raffica di insulti. Ho denunciato tutti».
L’avvocato Di Ciollo ha sottolineato che quelle affermazioni furono frutto di un diritto di critica e risultano particolarmente piccate poiché la richiesta del bonus era apparsa palesemente una beffa.

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