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Il fatto

Pestaggi in carcere, trasferito un detenuto

Da settimane un ventiduenne, insieme a un compagno di cella, utilizzava la violenza per imporsi nella Casa Circondariale

Pestaggi in carcere, trasferito un detenuto

L’amministrazione penitenziaria ha intrapreso una serie di provvedimenti per porre fine alla scia di aggressioni registrate di recente  all’interno del carcere, che avevano alimentato un pesante clima di tensione all’interno della Casa Circondariale di via Aspromonte, aggravando la condizione di invivibilità provocata dal sovraffollamento cronico della struttura, tra i più elevati d’Italia. Nei giorni scorsi infatti uno dei ristretti sospettato di avere picchiato diversi altri detenuti è stato trasferito in un altro istituto di pena della regione Lazio. Si tratta di un latinense di 22 anni con un cognome importante, almeno nell’ambito della criminalità locale, che ha precedenti per estorsione e rapina.

Gli episodi andavano avanti da settimane, forse mesi, ma si erano intensificati quando in carcere aveva fatto il suo ingresso un ventenne ritenuto a sua volta un volto emergente della criminalità. I due giovani erano capitati nella stessa cella e, stando alle informazioni trapelate all’esterno della Casa Circondariale, si erano alleati per compiere una serie di aggressioni ai danni degli altri detenuti, col chiaro intento di imporsi all’interno dell’istituto di pena. Il più giovane oltrettutto, sospettato di essere a capo di un sodalizio dedito ai traffici di droga, dietro le sbarre può contare sulla presenza di altri ragazzi che appartengono al suo stesso ambiente criminale e quindi potrebbero averlo sostenuto in questa strategia della tensione.

Oltretutto questi episodi si inquadrano in un contesto di tensioni alimentato dalla decisione adottata a livello nazionale, dall’amministrazione penitenziaria, di non concendere più la possibilità ai detenuti di tenere aperte le porte delle celle in orario diurno, limitando quindi la socialità alle sole ore d’aria previste dall’ordinamento penitenziario. Un beneficio, questo, che era stato introdotto per contrastare il sovraffollamento delle carceri, come appunto quella del capoluogo pontino. Fatto sta che la circolare che limita le ore di socialità ha alimentato il malcontento dei ristretti, alcuni dei quali hanno reagito dando vita a proteste che avevano richiesto maggiore fermezza all’interno della Casa Circondariale.

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