Una giovane aspirante infermiera ha dedicato la propria tesi di laurea alla violenza di genere, affrontando l’approccio professionale dell’assistenza delle vittime nelle strutture ospedaliere. Marika Timotei ha discusso la tesi sul tema della “Gestione infermieristica dei codici rosa in pronto soccorso, dalla presa in carico alla collaborazione la polizia - studi e revisione della letteratura” e lo ha fatto la scorsa settimana a pochi giorni dalla giornata contro la violenza sulle donne che si celebra oggi, per l'occasione affiancata dalla relatrice Laura Carocci e dal correlatore Giovanni Di Pinto, quest’ultimo operatore di pronto soccorso.
Ad anticipare la discussione è stato proprio Giovanni Di Pinto, mostrando la foto di una agente di polizia accanto a un infermiere, che affiancano una donna aggredita. «È proprio dalla figura dell'infermiere di pronto soccorso che voglio partire, dalla prima figura che la vittima di violenza incontra in prima battuta per chiedere aiuto - ha spiegato il correlatore Di Pinto - Il ruolo che ha l'infermiere di triage è molto importante, prende in carico la paziente attuando tutti i protocolli e mettendola in sicurezza. Prima di dare la parola alla candidata voglio ringraziare la Polizia di Stato, ovvero la Squadra Mobile della Questura di Latina, che ha collaborato nella stesura della tesi, che tutti i giorni è al nostro servizio come tutte le forze di polizia. Nonché voglio precisare che sono, ma penso come tutti i presenti, contro a tutte le aggressione e violenze di ogni genere».
A sua volta Marika Timotei, presentandosi alla commissione, ha spiegato: «Ho scelto questo argomento perché la violenza di genere rappresenta oggi una delle emergenze sociali e sanitarie più gravi e complesse. È una ferita che attraversa la vita delle persone, lasciando segni visibili e invisibili, e che chiama in causa non solo la società, ma anche la responsabilità etica e professionale di chi lavora nella sanità. L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce la violenza di genere come qualsiasi atto di violenza che provochi o possa provocare danni fisici, sessuali o psicologici, incluse le minacce o la privazione della libertà, nella vita pubblica o privata. Tra le varie forme, la violenza domestica è la più difficile da riconoscere, perché si consuma nel silenzio, in quei luoghi che dovrebbero rappresentare sicurezza e affetto. Ogni giorno, nei Pronto Soccorso italiani, arrivano persone che portano con sé non solo ferite del corpo, ma anche profonde ferite dell’anima. In questi momenti, l’infermiere di Triage è spesso il primo contatto umano, la figura che accoglie, osserva e può davvero fare la differenza».