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Il fatto

Truffa con il badge al 118, in aula depone un imputato

L'inchiesta dei carabinieri del Nas nata dopo una lettera anonima

Truffa con il badge al 118, in aula depone un imputato

Ha deposto un imputato nel processo per la truffa con i badge al 118. Ha ricostruito i fatti contestualizzando il momento storico di quando sono state contestate le condotte dagli investigatori del Nas che si erano occupati delle indagini. L’imputato ha negato le accuse e ha spiegato la sua mansione nell’azienda e quella degli altri imputati, e ha cercato di chiarire la sua posizione. In tutto sono sei le persone che erano finite sotto inchiesta.

Erano stati seguiti i movimenti di due camici bianchi che hanno 58 e 63 anni e i militari dell’Arma avevano visionato i tabulati telefonici. In base a quanto contestato dagli investigatori, gli infermieri si assentavano non per ragioni di servizio ma per motivi personali.  Nelle carte dell’inchiesta erano stati ricostruiti complessivamente  58 gli episodi di assenze: di questi ventotto nei confronti del 58enne e gli altri invece per il 63enne.
Era stata la Procura a chiedere al giudice per le indagini preliminari l’applicazione di una misura interdittiva. Sempre secondo l’accusa uno dei due imputati che aveva funzioni di controllo sugli altri dipendenti della centrale operativa, certificava la falsa timbratura dell’altro dipendente anche lui finito sotto inchiesta. I fatti contestati sono avvenuti tra il 2020 e il 2021 e gli altri imputati hanno attestato falsamente la presenza in alcune circostanze dei due colleghi.

Come riportato nelle carte dell’inchiesta. «Hanno indotto in errore l’Azienda di appartenenza circa il lavoro effettivamente prestato, si procuravano un ingiusto profitto consistente nella retribuzione delle ore di lavoro non effettuate e dei buoni pasto non maturati per un importo pari a 1500 euro con conseguente danno per la Regione Lazio». Era stato il giudice per le indagini preliminari Giuseppe Molfese a firmare la sospensione per due infermieri nel 2021. I fatti contestati sono avvenuti durante la pandemia del Covid. L’’inchiesta era nata  dopo l’invio di una lettera anonima e i successivi approfondimenti dei Carabinieri del Nas avevano portato a contestare i reati di truffa ai danni dello Stato nei confronti di alcuni dipendenti dell’Ares 118.

Per un imputato l’iter processuale era stato diverso ed era stato condannato dal giudice Giuseppe Cario alla pena di otto mesi con la sospensione, per gli altri il magistrato nel gennaio del 2022 aveva disposto il rinvio a giudizio.  Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Silvia Borrelli,  Liliana Tari, Giulio Mastrobattista, Pietro Iannitti, Giorgio Cernesi, Adelindo Maragoni.  La prossima udienza è fissata per il 23 febbraio per ascoltare i testimoni delle difese. Nel procedimento l’Ares si è costituita parte civile

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