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Il fatto

Guerra per lo spaccio: primi test sui resti delle bombe

Effettuati gli accertamenti tecnici irripetibili per i due ordigni di via Guido Rossa e quello di via Darsena

Guerra per lo spaccio: primi test sui resti delle bombe

Nei giorni scorsi i carabinieri del Ris di Roma, il Reparto tecnico-scientifico dell’Arma, hanno avviato le analisi sui resti raccolti dai militari della Compagnia di Latina durante i loro sopralluoghi in occasione delle esplosioni degli ordigni, a metà settembre, che hanno rivelato la tensione in atto tra le fazioni contrapposte di pusher e trafficanti di droga, in atto dall’estate. Sono i test autorizzati dalla Procura di Latina nell’ambito degli accertamenti tecnici irripetibili necessari a verificare l’origine del materiale utilizzato, il potenziale offensivo e l’eventuale compatibilità tra diverse bombe, ma anche individuare eventuali tracce di chi ha maneggiato le bombe prima degli attentati. Per i risultati bisognerà attendere l’esito delle analisi, quando gli investigatori del Ris depositeranno le risposte.

Sono tre in particolare gli eventi sui quali stanno effettuando le verifiche tecniche gli esperti dell’Arma dei carabinieri, ossia quelli per i quali sono intervenute le pattuglie del comando provinciale. Prima di tutto l’attentato dell’alba di domenica 7 settembre, quando una bomba ha distrutto l’ingresso del civico 10 di via Guido Rossa, uno degli edifici della zona dei palazzi Arlecchino, lo stesso condominio dove quella mattina i carabinieri trovarono, in un locale comune, tre pistole di provenienza illecita corredate di una settantina di cartucce e 25 grammi di cocaina suddivisi in 57 dosi. Per quell’episodio le indagini non hanno ancora portato a individuare i responsabili, tantomeno ipotizzare dei sospetti, ma è ormai chiaro che fosse un evento mirato a colpire la fazione emergente che controllava lo spaccio in quel rione.

C’è poi l’attentato esplosivo consumato poco dopo la mezzanotte del giorno seguente, quando un ordigno è esploso sul muro della recinzione di una casa in via della Darsena. Per quell’episodio i carabinieri hanno notificato l’avviso degli accertamenti tecnici irripetibili sia al proprietario di casa, che ai tre indagati. Per questo episodio infatti i sospetti convergono sui leader dei palazzi Arlecchino, ovvero i gemelli Mattia e Yuri Spinelli e Aurelio Silvestrini, ipotizzando che possa essersi trattata della loro reazione per l’attentato subito la mattina precedente, sebbene a oggi gli investigatori non ritengono che il trafficante di droga che vive in via Darsena abbia una responsabilità nell’esplosione dell’ordigno al civico 10 di via Guido Rossa.

C’era stato poi il danneggiamento della Smart Fortwo, con una bomba carta, la notte del 13 settembre, in sosta nel parcheggio delle case popolari situate sempre in via Guido Rossa, ma sull’altro lato della strada rispetto ai palazzi Arlecchino. In questo caso la parte offesa è una bidella di 65 anni del capoluogo, del tutto estranea alle vicende criminali che hanno interessato la città in quei giorni. Su questo episodio non sono emersi sospetti, non figurano indagati, ma aveva tutta l’aria di essere comunque un evento mirato a colpire il gruppo che controllava gli affari illeciti in quella zona.

Per tutti e tre gli eventi al vaglio dei carabinieri, le parti interessate non hanno nominati consulenti tecnici di parte. Più in generale sono tasselli delle indagini che le forze di polizia stanno portando avanti per fare luce su quanto è accaduto a fine estate, scuotendo la città nel profondo.

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