Nulla da fare per gli abusi edilizi di via Quarto: il Tribunale amministrativo ha rigettato anche l’ultimo ricorso relativo al palazzo di Costruzioni Generali. Un’impugnazione presentata dalla curatela del fallimento di Costruzioni generali, la quale a sua volta aveva presentato un ricorso, però nelle more del giudizio è intervenuto il fallimento e sono subentrati i curatori Paolo Cataldo ed Efrem Romagnoli, rappresentati dall’avvocato Fabio Raponi.
L’oggetto era sempre lo stesso: cercare di riportare in vita il permesso a costruire. E infatti il ricorso, che ha chiamato in causa il Comune di Latina, puntava all’annullamento dell’ordinanza dirigenziale del 17 dicembre 2019 con cui è stata ingiunta alla società la demolizione di opere abusive e relative alla realizzazione di un edificio ad uso residenziale e volumi tecnici al piano di copertura, allo stato consistente nella sola struttura in cemento armato fino al primo solaio fuori terra. Per la curatela, così come prima per la società, il Comune di Latina diede atto dei titoli edilizi ,caduti solo dopo l’annullamento del Piani particolareggiati.
Ritiene il Tribunale, invece, che nel momento in cui fu realizzato (16 maggio 2016) l’intervento edilizio «non era legittimo poiché in tale data il titolo edilizio era già stato annullato in autotutela, mentre, quanto al titolo per silentium, la sentenza del Consiglio di Stato del 2019 ha acclarato, con effetti retroattivi, l’inesistenza dei presupposti per la formazione tacita del provvedimento abilitativo pur precedentemente ritenuti esistenti dal Tar di Latina con sentenza del 2016».